Economia

Professione coach: ecco dove si impara

Anche in Italia è sempre più richiesto il "facilitatore di cambiamenti" soprattutto in campo lavorativo

Crisi sinonimo di opportunità: quante volte abbiamo sentito citare questa antica massima cinese? Probabilmente troppe per crederci davvero: senza sapere che c'è chi si propone di aiutarci a metterla in pratica. Non è un vecchio saggio, ma un professionista che più contemporaneo non si può: il coach, in altri termini il «facilitatore dei cambiamenti». Una figura che negli Stati Uniti e in Germania esiste già da tempo, ma ora è sempre più richiesta anche nel nostro Paese. Il coaching infatti è una disciplina relativamente nuova in Italia, ma ha preso piede negli Usa oltre 50 anni fa, e affonda le sue radici nelle neuroscienze e nel business management. Obiettivo? Realizzare progetti individuali di crescita personale o professionale, scoprendo le strategie più adeguate per raggiungere il traguardo fissato: ma attenzione, nessun «lavaggio del cervello». Il cliente infatti è responsabile di ogni suo passo, il coach lo aiuta a diventare consapevole dei suoi obiettivi e a realizzarli al meglio. Una necessità soprattutto in campo professionale, dove sempre più si richiede la capacità di gestire situazioni di cambiamento, praticamente ed emotivamente: da qui l'utilità del coach, che però deve avere una professionalità certificata - secondo la legge in vigore dal 10 febbraio 2013 che disciplina anche le professioni che non rientrano in Albi e Ordini - in base alla norma internazionale Iso 17024. «Con questa certificazione internazionale i coach professionisti garantiscono al mercato standard di qualità eccellenti» spiega Dennis A. Masseit, direttore dell'Academy for Applied Neuro-Alignment (www.neuro-alignment.it), il primo istituto italiano ad offrire i training riconosciuti e qualificati che preparano i professionisti all'esame di certificazione professionale secondo la ISO 17024. É importante sapere che la certificazione ha una durata temporale limitata: per rinnovarla occorre, oltre all'attività professionale, la frequenza dei corsi di aggiornamento previsti.

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