Economia

La rapina della patrimoniale: ecco chi può colpire davvero

La patrimoniale è quella tassa che colpisce i risparmi. Ora è tornata in voga con una proposta di legge del Pd. E gli italiani sono pronti a difendersi

La rapina della patrimoniale: ecco chi può colpire davvero

La patrimoniale è quello spettro che si aggira in Italia. Un Paese fortemente indebitato che rischia di tassare i risparmi dei cittadini per risollevarsi. L’ultima volta che ciò è accaduto risale alla notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992. In questa data il governo Amato diede il via a un prelievo del 6 per mille sui conti correnti degli italiani portando le finanze pubbliche al collasso ed un crollo dell’amata Lira al -7% del suo valore contro il Marco tedesco. Ma andiamo con ordine.

C’è una proposta di legge depositata in Parlamento che non fa dormire sonni tranquilli. È stata avanzata da Graziano Delrio e da Fabio Melilli, entrambi del Pd. Ed è stata battezzata Covid Tax. Prevede un contributo di solidarietà su base patrimoniale per i cittadini con redditi superiori agli 80mila euro. Il progetto ha incassato una sonora bocciatura dalla stessa maggioranza ed è stato accolto con freddezza anche dal Pd, ma rappresenta comunque un precedente che potrebbe tornare utile. Questa tassa dovrebbe colpire in modalità progressiva i contribuenti che percepiscono redditi medio-alti. Altra ipotesi che si avanza è alzare le aliquote dell’Imu.

La stangata

La legge Delrio, secondo quanto scritto da La Verità, vale 110 euro l’anno per 200mila contribuenti che guadagnano tra 80mila e 90mila euro, 331 euro per redditi da 90mila a 100mila, 718 euro per redditi tra 100mila e 120mila euro. Da questa operazione lo Stato incasserebbe 1,3 miliardi annui. Da non dimenticare, poi, che la patrimoniale per eccellenza è l'imposta sulla casa: l’Imu, che vale oltre 20 miliardi di euro l’anno.

L'esclusione della prima casa da questo tributo ha portato a una perdita di 4 miliardi di euro e c’è sempre chi suggerisce di reintrodurla. La Corte dei conti ha riproposto il tema e il Fmi è sorpreso che in Italia ci sia ancora questa esenzione. In ogni caso, con la nuova Imu introdotta dalla legge di bilancio 2020 che abolisce la Tasi, la tassa si è appesantita. Per assorbire l’imposta cancellata, l’aliquota di base è stata portata all’8,6 per mille (dal 7,6 per mille) dando facoltà ai comuni di farla salire ancora.

La stangata per i contribuenti italiani è dietro l’angolo. E può colpire azioni e partecipazioni, obbligazioni, fondi comuni, depositi e conti correnti, certificati, immobili. Si salvano le forme di previdenza complementare come le polizze vita o i piani pensionistici.

Blindare i risparmi

Cosa fare, dunque, se la patrimoniale diventasse realtà? Per attutirne gli effetti si potrebbe investire nella previdenza complementare. Questa è basata su un sistema di forme pensionistiche incaricate di raccogliere il risparmio previdenziale mediante il quale, al termine della vita lavorativa, si potrà beneficiare di una pensione integrativa.

Intanto, gli italiani si stanno ingegnando per mettere al riparo il loro tesoretto dalla possibile mannaia statale. Dalle polizze vita ai depositi vincolati, passando per gli assegni circolari. Poi c’è l’oro, da sempre considerato un bene rifugio. L’alternativa ancora migliore è quella che porta ai contanti. Conviene prelevare la moneta sonante dal conto e metterla in apposite cassette di sicurezza o in altro posto sicuro. Azione, questa, osteggiata tra gli altri dal cosiddetto piano Colao.

Oppure non resta ai risparmiatori del Belpaese portare tutto all’estero. E così, chi può, cerca di mandare il suo capitale lontano. Magari in qualche banca svizzera. Chi monitora i movimenti di capitali dall’Italia verso i Paesi stranieri percepisce da alcune settimane un’intensificazione dei flussi di soldi che abbandonano il nostro Paese. Una tendenza che ha riacquistato vigore in coincidenza con l’esplosione della pandemia. I soldi portati all’estero dagli italiani negli ultimi anni sono molti. Ma le voci di una patrimoniale e le iniziative di alcuni parlamentari che hanno ventilato un prelievo di solidarietà per i redditi più alti, rischiano di gettare nuova benzina sul fuoco.

Meglio stare attenti.

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