Rcs, avanti con le cessioni ma sui "Libri" si deciderà

In cda l'idea dell'ad Jovane di vendere il settore. Ma è congelata in attesa del nuovo consiglio

L'ad di Rcs Pietro Scott Jovane
L'ad di Rcs Pietro Scott Jovane

Bocche cucite, come si dice in questi casi, dopo il cda Rcs di ieri. Ma al di là dell'ufficialità si sa che si è tenuto anche il comitato nomine del gruppo, dove siedono i consiglieri Luca Garavoglia, Laura Mengoni e il vicepresidente Roland Berger, nel quale il direttore del Corriere della Sera , Ferruccio De Bortoli, dovrebbe aver fatto il nome per la sua successione, prevista per aprile.

L'indiscrezione riguarda il vicedirettore Luciano Fontana, ma non esiste alcuna conferma. La società non ha niente da dire, né De Bortoli si è reso disponibile a un commento.

Altre indiscrezioni riferiscono di un cda movimentato, nel quale ci sarebbero stati diversi interventi sull'operato dell'attuale ad Pietro Scott Jovane, in scadenza in aprile come l'intero consiglio. Nel mirino, i conti del gruppo. Ma più in generale si starebbe diffondendo l'idea che un consiglio in scadenza non avrebbe il mandato di portare avanti iniziative importanti. Tra queste la cessione della Rcs Libri: secondo indiscrezioni attendibili, l'ad Jovane ha ieri per la prima volta parlato ai consiglieri di un progetto di valorizzazione dell'asset Libri, del quale si parla da qualche settimana sui media. Un'ipotesi che, come detto, avrebbe avuto come reazione contraria quella del metodo, non essendo possibile per un cda in scadenza iniziare un percorso così importante per un gruppo come la Rizzoli, che nasce proprio con i Libri. Tra i consiglieri più attivi e decisi a congelare Jovane sui Libri ci sarebbero stati Piergaetano Marchetti, considerato in sintonia con il presidente di Intesa, Giovanni Bazoli, e il primo azionista del gruppo Campari, Luca Garavoglia, considerato vicino al presidente di Fiat, John Elkann, primo socio di Rcs. Fin qui le indiscrezioni. Mentre le comunicazioni ufficiali riguardano il «cantiere delle dismissioni». Che procede con la cessione, approvata dal cda, del 34,5% di Igp Decaux, l'unità del gruppo nella cartellonistica, ai francesi di JcDecaux per 18 milioni, più altri 2 milioni potenziali entro tre anni in base al raggiungimento di alcuni obiettivi. Al 30 settembre il gruppo aveva consolidato la partecipazione per 26 milioni. Rcs ha poi chiarito che «proseguono contatti con potenziali acquirenti per il completamento del piano di cessioni». Tra le cessioni in cantiere restano ora Digicast (gestione dei canali tematici televisivi, le tivù in Spagna (veo) e le quote nelle radio Finelco-R105, Virgin Radio e Radio Montecarlo (il 44,5%, il controllo è della famiglia Hazan). Con una dichiarazione ufficiale, Jovane ha fatto sapere che «il consiglio è stato di grande operosità.

Ha affrontato il tema delle cessioni analizzando le diverse offerte pervenute sui vari asset e, in particolare, il cda ha approvato la cessione della partecipazione in Igp. Contiamo di avere presto altre cose da raccontarvi».

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