Politica economica

Rete Tim a Kkr, ora c'è l'ok del governo

Via libera senza esercizio del golden power: "Gli impegni garantiscono gli interessi strategici"

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Seduta di Borsa positiva per Tim che ha chiuso in rialzo la seduta di Piazza Affari con il titolo a +0,88% e 0,2859 euro per azione, lontana comunque dai massimi di giornata. Il governo, infatti, ha dato il via libera alla vendita a Kkr di Netco, la società della rete, rinunciando all'esercizio in toto del golden power. Il titolo era salito di circa il 3% nelle prime contrattazioni, rallentando nel corso della seduta.

Il via libera con prescrizioni da parte del governo italiano alla vendita della rete Tim, ha reso noto Palazzo Chigi, al fondo statunitense Kkr «rappresenta un ulteriore e fondamentale step nell'operazione di acquisizione di NetCo a tutela dell'interesse nazionale e a garanzia del controllo statale sugli asset strategici della rete». L'esecutivo, comunque, vigilerà sulla «definizione delle scelte strategiche», assicurando «tutti i presidi essenziali» e garantendo «la supervisione allo Stato» su tutti gli aspetti inerenti «la sicurezza, la difesa e la strategicità della rete». Il governo Meloni, pertanto, si è assicurato un ruolo di «supervisione strategica» nella definizione dell'operazione.

Sul fronte Tim, intanto, si lavora alla definizione della nuova governance. Ieri si è riunito il comitato nomine in previsione del Cda odiero che dovrebbe dare il via alla procedura che porterà alla definizione di una lista di candidati. L'assemblea del 23 aprile dovrebbe votare su una lista di candidati ristretta. La composizione del consiglio dovrebbe, infatti, scendere da 16 a 9 componenti. Per il ruolo di headhunter si sono fatti avanti i principali player del settore tra cui Egon Zehnder, Korn Ferry e Spencer Stuart. Al cda il compito di vagliare le candidature.

I sindacati, tuttavia, non nascondono la loro preoccupazione. «Vogliamo sapere se fra le garanzie degli interessi strategici nazionali ci sono anche quelle sulla tenuta occupazionale», ha chiesto la Slc-Cgil, cogliendo così l'occasione per rimettere sul tavolo il tema degli ammortizzatori. «Vengano in Aula a spiegare», ha chiesto Antonio Misiani, responsabile economico del Pd. Il ministro Giancarlo Giorgetti tira dritto per la sua strada. «Le operazioni che abbiamo avviato, dal Monte dei Paschi a operazioni anche molto complesse come la Netco di Tim, hanno registrato ampia soddisfazione» tra gli investitori internazionali.

L'obiettivo era «aggiornare e dare un'indicazione anche diretta, in prima persona, di quanto sta accadendo in Italia e anche ai loro investimenti», ha aggiunto spiegando di aver trovato interlocutori soddisfatti che, magari, saranno spinti ad investire «anche di più». Inoltre, gli investitori internazionali si sono detti «molto interessati» anche al piano di privatizzazioni.

Palazzo Chigi ha inoltre ribadito che l'operazione di acquisizione di NetCo, in cui in una seconda fase saranno coinvolti sia il Mef che F2i, è stata fatta «a tutela dell'interesse nazionale e a garanzia del controllo statale sugli asset strategici della rete primaria di telecomunicazione».

Il governo, inoltre, avrà voce in capitolo «nella definizione delle scelte strategiche di Netco, assicurando tutti i presidi essenziali e garantendo la supervisione di tutti gli aspetti inerenti la sicurezza, la difesa e la strategicità della rete».

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