Retroscena E ora il mancato colpo Opel diventa un sollievo

Su Opel il discorso è chiuso. E Fiat è convinta di avere tutte le capacità per produrre, con le proprie forze e in tempi accettabili, i 5 milioni e mezzo di veicoli all’anno, indicati da Serio Marchionne (nella foto) come soglia minima di sopravvivenza.
Se gli ultimi eventi, con le incertezze emerse nella trattativa tra Gm e Magna, avevano riacceso la speculazione su un ritorno di fiamma con Fiat, chi ha potuto testarne gli umori consegna l’immagine di un Marchionne sollevato per aver portato l’azienda definitivamente fuori dalla vicenda. Anzi convinto che sarà proprio Opel ad avere ora i problemi maggiori, andando verso un matrimonio con un partner finanziario. Le incomprensioni sarebbero sorte su un punto fondamentale, quello della «proprietà intellettuale» sui modelli Opel, che Gm non sembra intenzionata a cedere. Tanto che alcuni hanno parlato non già di eventuale acquisto, ma di «affitto» di Opel da parte dei vari pretendenti. Impossibile per Marchionne concepire un’acquisizione che non gli garantisca totale capacità di manovra su ogni aspetto della controllata.
Certo, Opel avrebbe proiettato rapidamente Fiat verso il traguardo dei 5,5-6 milioni di vetture. Ma già l’affare Chrysler porterà i volumi attorno quota quattro milioni. E c’è molta soddisfazione per il recente accordo con Gac che permetterà al Lingotto di tornare a produrre auto in Cina. Con accordi di questo tipo e con la crescita organica, si sottolinea negli ambienti torinesi, Marchionne conta già verso la fine del 2010 di intravedere concretamente il raggiungimento della soglia fatidica. D’altra parte è stato chiaro anche ieri: Fiat continua a «valutare tutte le opzioni strategiche», ha detto l'amministratore delegato, ma non cerca a tutti i costi «nuovi fidanzati».
A quel punto, quando Fiat sarà uno dei big player, verrà ritirato fuori dal cassetto il progetto di scissione dell’auto: «È una decisione inevitabile, anche se non è ancora arrivato il momento» ha ribadito il numero uno dell’azienda agli analisti.
E mentre gli operatori guardano ad un ritorno di Fiat, forse già a giorni, sull’obbligazionario (visto il momento favorevole per il mercato e per la liquidità), Marchionne continua a dividersi sui vari tavoli di lavoro. Soprattutto avanti e indietro da Detroit per mettere a punto le strategie di integrazione industriale con Chrysler (l’avventura americana è appena agli inizi).

Senza tralasciare la questione Termini Imerese e Imola (la sentenza di chiusura per i due stabilimenti sarebbe senza appello) e quella relativa all’acquisizione di Bertone: «Un’offerta onesta e razionale dal punto di vista industriale» ha commentato Marchionne.GP

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