Quasi nascosta tra le regole sugli stress test, comunicate ieri dall'Eba (l'Authority bancaria europea), c'è una norma che certo non sarà sfuggita ai nostri istituti di credito, perchè potenzialmente indigesta. E di sicuro non riguarda la soglia minima di capitale necessaria, pari a un Common Equity Tier 1 del 5,5% contro il 6% atteso, per superare l'esame più severo in cui si simula uno scenario negativo. La regola è invece quella che stabilisce il valore dei titoli di Stato inseriti nel trading book, e cioè disponibili alla vendita, sulla base dei prezzi di mercato (il cosiddetto mark to market). Un dettaglio di non poco conto per le banche tricolori, che secondo l'organismo guidato da Andrea Enria custodiscono il 77% del debito italiano.
È probabile che quasi tutto il plotoncino delle 15 banche italiane (vedi grafico) destinato a finire sotto la lente Eba a partire dal prossimo maggio (i risultati saranno comunicati in ottobre) debba assoggettarsi a questa regola, ben più vincolante rispetto al criterio di valutazione basato sui prezzi di carico, ovvero al momento dell'acquisto. Se emergeranno perdite, di cui è previsto l'obbligo dell'immediata contabilizzazione, scatterà la necessità di reperire coperture aggiuntive. Insomma: le banche potrebbero essere costrette a bussare alla porta del mercato.
Per la verità, alcuni analisti hanno già ipotizzato nei giorni scorsi che il sistema del credito avrà bisogno nel 2014 di capitali freschi per complessivi 7 miliardi di euro. Alcuni istituti, peraltro, si sono già mossi. Ultimo in ordine di tempo il Banco Popolare, con una richiesta da 1 miliardo che ha provocato il crollo del titolo in Borsa. Poi c'è Mps, che intende tornare alla carica in giugno riproponendo il piano di ricapitalizzazione da 3 miliardi bocciato a fine dicembre, mentre resta al momento in stand by l'aumento da 500 milioni di Bpm. In rampa di lancio c'è inoltre l'operazione annunciata da Carige (800 milioni) e quelle probabili secondo alcuni osservatori di Veneto Banca e Bper, altri due istituti che dovranno sottoporsi al test.
L'obiettivo dell'Eba, che lavorerà a stretto contatto con la Bce, a sua volta impegnata nella Quality asset review, è verificare la solidità patrimoniale degli istituti e la loro capacità di resistere agli stress per un periodo di tre anni (2014-2016). Ma come verrà misurata la consistenza delle banche? Cinque sono i rischi comuni, e comprendono credito, mercato, debito sovrano, cartolarizzazioni e costi di finanziamento, ai quali potranno essere aggiunti dei «rischi addizionali» per tenere conto di problemi specifici che possono essere di un singolo Paese o di una singola area, cioè quella di cui è responsabile l'Eurotower.
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