Sator vende Profilo, ma Arpe la ricompra

Esce il fondo di private equity, i "quotisti" però potranno investire direttamente

Sator vende Profilo, ma Arpe la ricompra

Banca Profilo vola dopo la messa in vendita del 62,4% dell'istituto finanziario da parte di Sator Private Equity Fund (Spef), il fondo creato da Matteo Arpe che undici anni fa prese il controllo del gruppo. Sull'onda delle attese di un consolidamento che passi da un'offerta pubblica di acquisto premiante per il mercato, il titolo ha chiuso la seduta a 0,202 euro, sui livelli dell'era pre-Covid e in rialzo del 26,4%.

Con l'imminente termine di durata del fondo (tra un anno e mezzo ndr) e in coerenza con le proprie politiche di investimento Spef ha comunicato ieri di aver avviato un processo di valorizzazione della propria quota detenuta nella banca con l'assistenza di Lazard. In prima battuta alla luce di preliminari interlocuzioni intercorse, sarà verificato l'interesse dei quotisti del fondo all'investimento diretto nel capitale di Banca Profilo. A iniziare da Sator spa, la finanziaria controllata al 67,5% da Arpe che del fondo detiene il 20% circa del capitale. Che quindi potrebbe rimanere azionista, anche se con una diversa geometria. C'è poi un parterre d'elezione interessato che, secondo fonti di mercato, comprenderebbe tra gli altri gli Angelini, i Brachetti Peretti, Luigi Berlusconi, la Fondazione Roma, la Fondazione Mps.

Negli 11 anni in cui Banca Profilo è stata sotto l'ombrello di Sator l'istituto ha cambiato pelle e, con il piano industriale annunciato ieri, si propone un nuovo salto in avanti nel digitale. Nel 2009 Banca Profilo era stata travolta da 74 milioni di perdite accumulate nella finanza strutturata. Il salvagente lanciato all'epoca da Sator ha avviato il riposizionamento dell'istituto nel private, un settore ritenuto sempre più attraente e in cui, tra gli altri, anche Mediobanca si è più volte detta interessata a crescere. Nel prossimo futuro Banca Profilo punta a rafforzare l'offerta digitale grazie al potenziamento della partnership con Tinaba (l'app lanciata del fondo Sator nel 2016 e in cui la banca, oggi al 5% del capitale, può salire fino al 20%) e a nuove collaborazioni nel fintech che dovrebbero portare a 375mila utenti e a 300 milioni di masse in roboadvisory. L'obiettivo del gruppo è quello di raggiungere a fine piano, nel 2023, oltre 10 miliardi di masse (di cui 6,7 in Italia e 3,4 in Svizzera). A fine periodo Banca Profilo si propone di toccare 85 milioni di ricavi, un risultato operativo superiore ai 20 milioni, un utile netto superiore ai 13 milioni e un indice di patrimonializzazione (Cet1 ratio) di oltre il 18% destinando a dividendi il 75% dei profitti. Nello scenario migliore (ritorno alla normalità dopo l'emergenza sanitaria già a metà 2021) Banca Profilo stima poi di riuscire ad anticipare di un anno gli obiettivi, in quello peggiore (ritorno della pandemia a inizio 2021 con nuovo lockdown) potrebbe ritardare il raggiungimento dei target di un anno.

Sotto la lente in quanto partecipate da Spef che tra 18 mesi arriverà al

capolinea, ci sono anche: Aedes (in cui Spef ha già avviato la exit strategy), ePrice (di cui ha il 20,8% e dove per mesi si è consumato uno scontro tra il management e il fondo), la maison l'Autre Chose e l'editore News 3.0.

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