Economia

Scendono i prezzi di benzina e diesel: ecco cosa succede

Il prezzo della benzina verde scende a 1,83 euro al litro. La causa è da ricercare nelle quotazioni dei titoli petroliferi. È presto però per l’ottimismo

Scendono i prezzi di benzina e diesel: ecco cosa succede

I prezzi della benzina e del diesel scendono ancora. Il prezzo medio della verde, in modalità self-service, è di 1,833 euro al litro, quasi 3 centesimi in meno rispetto agli 1,861 euro di venerdì 5 agosto. Il diesel self è di 1,815 euro al litro contro gli 1,841 euro registrati 3 giorni fa. Anche i prezzi del servito sono in flessione: 1,977 euro al litro contro i 2,010 per la benzina e, per quanto riguarda il diesel, il prezzo medio è di 1,960 euro per litro contro gli 1,991 euro di venerdì scorso.

I dati, raccolti e pubblicati dal ministero dello Sviluppo Economico (Mise) rappresentano buone notizie, così come il fatto che il taglio sulle accise è stato prorogato fino al 21 agosto prossimo. Occorre considerare però cosa sta determinando la contrazione dei prezzi.

Le quotazioni internazionali di benzina e diesel

Venerdì scorso le quotazioni dei prodotti petroliferi hanno chiuso al ribasso e sabato la distribuzione ha tagliato i prezzi all’interno di una forchetta che va dagli 1,5 ai 3 centesimi per litro.

Anche mentre scriviamo gli scambi indicano una contrazione dei prezzi, nonostante all’apertura dei mercati ci sia stata una repentina e breve impennata.

Cala quindi sia il prezzo Wti sia quello del Brent, la cui differenza principale è che il primo fa riferimento al petrolio estratto negli Usa mentre il Brent proviene dal Mare del Nord.

La Cina sta importando più greggio ma con un ritmo calante (o comunque meno marcato di quanto previsto) e il mercato si prepara al rallentamento della domanda. A ciò deve aggiungersi l’ormai sempiterno rischio di recessione che spinge gli investitori a riponderare i rischi e, non da ultimo, le politiche monetarie delle Banche centrali (tanto la Bce quanto l’americana Federal Reserve). Elementi questi che, in sinergia, stanno facendo scendere i prezzi delle materie prime. La situazione oggi è quindi meno pressante rispetto a quella di un mese fa.

Le ricadute positive per i consumatori

Poiché l’aumento dei prezzi dei carburanti e delle materie prime ha avuto ripercussioni di spessore sui prezzi di molti beni di consumo, può essere lecito credere che la tendenza inversa possa lenire gli effetti dell’inflazione. In principio è così ma non si può dimenticare che il greggio sta facendo un rally che dura da più di cinque mesi e che la pressione inflazionistica ne risentirà certamente ma è presto per dire quando e in quale misura e, ancora una volta, le cause sono da ricercare nelle politiche monetarie che stanno inducendo gli investitori a osservare prima di agire, preoccupati che la crescita possa rallentare.

Serve ancora un po’ di tempo, anche per capire quanto, il fatto che la Libia ha ripreso la produzione di greggio, stia influendo sul prezzo dello stesso.

C’è spazio però per un cauto ottimismo ma la situazione internazionale è ancora fumosa e ogni previsione, allo stato attuale delle cose, rischia di essere smentita.

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