Economia

Impennate anche superiori al 25%: cosa sta succedendo ai prezzi

Non c'è solo l'energia a pesare sul portafoglio degli italiani. L'aumento dei prezzi si propaga a cascata sui beni di prima necessità. Ecco quanto pesa il carovita

Impennate anche superiori al 25%: cosa sta succedendo ai prezzi

L’Unione nazionale consumatori ha esaminato l’aumento dei prezzi sottintendendo che, per quanto precisi, i dati macroeconomici non lasciano intuire fino in fondo la gravità delle ricadute dell’aumento generale dei prezzi.

L’inflazione di giugno, stando ai dati Istat, è del +8% rispetto allo stesso mese del 2021. È un dato reale, che però tiene conto di uno standard di calcolo composto dai prezzi di 1.792 tra beni e servizi, il cosiddetto “paniere”, sviluppato seguendo le indicazioni dei mercati, ossia attorno a ciò che gli italiani sono soliti acquistare, ponderandone in prezzi. Tuttavia, tra i beni di prima necessità e quelli succedanei, ci sono grosse differenze. Il pane lo compriamo ogni giorno mentre tv, vestiti e piastrelle (che pure fanno parte del paniere Istat) entrano più di rado nei nostri carrelli.

Il carovita tra gli alimentari

Il rapporto inflazionistico è elaborato paragonando i prezzi di giugno del 2022 a quelli di un anno fa. Ne risulta che l’olio di oliva è aumentato del 68,7%, il burro del 28,1% (la margarina del 17,3%), la pasta del 22,6%.

Il prezzo della farina è salito del 20,6%, i pomodori del 19,4%, le pesche del 187,4% e le pere del 17,2%. Meloni e cocomeri costano il 16,1% in più dell’anno scorso, le arance il 15% in più e i vegetali freschi dell’11,7%.

Tra le carni, è il pollame quello con il maggiore rialzo, pari al 15,1%.

L’andamento del prezzo delle uova si accoda a quello del pollame, con il 13,3% di inflazione, tasso identico a quello del pane confezionato. Il pane fresco invece ha subito aumenti in ragione del 10,5%.

Chi vuole rinfrescarsi con un gelato deve spendere il 12,8% in più di quanto spendeva un anno fa.

Il carovita per chi viaggia

Il comparto del turismo non è esente al rialzo dei prezzi. I viaggi aerei sono già in crisi a causa soprattutto della mancanza di personale di volo e di terra e, a complicare la situazioni per chi vuole godersi le ferie, subentra l’inflazione.

Il costo dei voli europei è aumentato del 139% mentre quello dei voli intercontinentali di poco più della metà, ossia del 70,7%. I voli nazionali costano il 33,3% in più e il trasporto marittimo in generale (quindi anche quello relativo alle persone) è aumentato del 18,7%.

In media, invece, le tariffe applicate dagli alberghi italiani sono lievitate del 22,8%. In altre parole, oggi per passare una settimana in albergo occorre una cifra vicina a quella che occorreva un anno fa per un soggiorno di cinque giorni.

Il costo dei carburanti

Le note più dolenti riguardano energie e carburanti i cui prezzi, oltre a salire, ricadono anche sulla produzione di beni e servizi, spingendo quindi l’inflazione verso l’alto. Rispetto a 12 mesi fa il gas è aumentato del 67,3%, il gasolio da riscaldamento del 52,9%, il Gpl e il metano del 38,2%. Il prezzo della benzina è salito fino al 25,3% in più.

E chi ha bisogno di noleggiare un mezzo di trasporto deve essere disposto a sborsare il 35,5% in più.

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