Scuola senza fondi. Ma premia i dirigenti

Quasi 30mila euro a oltre 200 funzionari come indennità di posizione e di risultato. Costo globale: oltre 5 milioni

Scuola senza fondi. Ma premia i dirigenti

Roma - I ragazzi che si apprestano a iniziare la scuola o i corsi universitari, possono stare tranquilli. La loro istruzione è nelle mani di dirigenti di prim'ordine. Manager della conoscenza talmente efficienti e produttivi da meritare - tutti senza esclusioni - un premio di poco inferiore ai 30mila euro per il lavoro svolto in un solo anno.

Roba da fare sognare quadri e vertici delle aziende private italiane, sempre meno generose in termini di incentivi (anche a causa di un regime fiscale poco conveniente). Quello dei dirigenti è un premio che integra uno stipendio già alto (al netto del premio tra i 50 e i 100mila euro) e che da sola corrisponde alla paga di un impiegato medio. Tanto per dare un'altra misura, la somma riconosciuta ai dirigenti dell'Istruzione è cento volte il premio medio che il governo prevede di dare ai semplici insegnanti.

Ma andiamo con ordine. Quest'estate il ministero guidato da Stefania Giannini ha autorizzato il pagamento della «Retribuzione di risultato riferita all'attività svolta nel 2013» per i dirigenti di seconda fascia. Quindi alti dirigenti delle amministrazioni locali, degli uffici scolastici che hanno sostituito i provveditorati, ma anche del dicastero di viale Trastevere.

L'attività svolta dai più di 200 dirigenti premiati deve essere stata incredibilmente simile perché i premi sono praticamente identici e di valore altissimo.

La cifra riconosciuta è di 23.616,80 euro o 29.521 euro, a seconda dell'anzianità. Precisione al centesimo che fa sorgere un sospetto: il premio non è altro che un pezzo di stipendio mascherato da incentivo. Variabile indipendente, svincolata da qualunque merito. La sovrapposizione, peraltro, di un'altra voce del salario accessorio, la «retribuzione di posizione», che, a differenza di quella «di risultato», è fissa per legge. Di variabile, insomma, non c'è nulla se non un'altra parte dello stipendio, quella relativa ad eventuali incarichi extra.

Lussi che in Italia ormai esistono solo nella Pubblica amministrazione. Garantiti da una classe politica che, pur di non segare il ramo su cui è seduta, smentisce se stessa e fa distinzioni tra figli e figliastri. Per gli insegnanti, infatti, un premio c'è, ma solo sulla carta. Sono 200 milioni che dovrebbero arrivare nel 2016 a vantaggio dei più meritevoli. Facendo una media, ipotizzando che vengano distribuiti a pioggia, sono 250 euro a testa.

Ma non è aria di regali per gli statali semplici. Secondo il sindacato Confsal Unsa, con la legge di Stabilità, potrebbe arrivare una brutta sorpresa per i travet, cioè il taglio del salario accessorio per pagare gli aumenti che la Corte costituzionale ha imposto al governo. Un gioco a somma zero che, se portato a termine, si tradurrà in un nuovo blocco degli stipendi.

I dirigenti della retribuzione di risultato da 30mila euro non sono presidi ma dirigenti puramente amministrativi, locali o di ministero, le cui funzioni con le varie riforme sono in gran parte passate alle singole scuole.

Sono pochi e quindi il premio che il governo gli ha destinato costa poco.

La retribuzione di risultato pesa nel bilancio del ministero per 5 milioni e 23mila euro. Niente in rapporto alla spesa pubblica complessiva del Paese. Molto, se si pensa ai tanti modi in cui si potrebbero utilizzare quei soldi. A meno che qualcuno non dimostri che premiare i dirigenti, migliora la scuola.

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