Sisal si prepara a sbarcare in Borsa il prossimo 18 luglio con un'Opvs (offerta pubblica di vendita e scambio). «I proventi dell'aumento serviranno per rimborsare parte dell'indebitamento finanziario e per proseguire le strategie dell'azienda, anche attraverso la crescita per linee esterne», ha spiegato Emilio Petrone, ceo del gruppo, alla comunità finanziaria riunita ieri a Milano. Sul mercato saranno offerti 77,5 milioni di azioni (pari al 59,16% del capitale) di cui più di un terzo derivanti da nuova emissione e le altre provenienti dalla vendita da parte dei tre fondi di private equity (Permira, Apax e Clessidra), riuniti in Gaming Invest. La forchetta indicativa di prezzo fissata dalla società è compresa tra i 6,30-7,70 euro per titolo. L'offerta, quindi, potrebbe valere tra i 645 e i 789 milioni di euro, mentre in Borsa potrebbe vantare una capitalizzazione compresa tra gli 825 e i 1008 milioni (pari a 4,7-5,7 volte l'ebitda rispetto alle 5,7 volte di Gtech).
La società, fondata nel 1946 e oggi leader nel settore dei giochi e nei servizi di pagamento, ha chiuso il 2013 con un fatturato di 772 milioni e un ebitda di 175. Il miglioramento della struttura finanziaria previsto dovrebbe poi portare, almeno nelle intenzioni del top management, a un miglioramento della marginalità.
Petrone ha comunque escluso contenziosi aperti significativi, che potrebbero incidere sui futuri bilanci.
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