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Smontato il reddito minimo: ecco tutte le balle dei 5S

La Corte dei Conti smonta pezzo per pezzo l'efficacia del reddito sul piano occupazionale. E si allarga sempre di più il fronte di chi chiede una revisione integrale dei requisiti

Smontato il reddito minimo: ecco tutte le balle dei 5S

Il reddito di cittadinanza va cambiato. A dirlo non è solo una parte della maggioranza e l'opposizione, ma anche la Corte dei Conti che nella sua relazione sul Funzionamento dei centri per l'impiego nell'ottica dello sviluppo del mercato del lavoro mette a nudo le cifre del sussidio grillino.

I numeri veri del reddito

Partiamo dal dato base: il numero di assegni erogati fino ad ottobre 2020: 1.368.779. Di questi solo in 352.068 hanno tentato la strada del lavoro dopo la richiesta dell'Rdc. Ma qui viene il dato più interessante: solo 192.851 risultano con una posizione occupazionale ancora attiva. Insomma su più di un milione di aspiranti lavoratori solo poco più di 100mila hanno mantenuto l'occupazione. Altro dato da considerare e su cui riflettere: la "geografia del reddito". Il 66 per cento degli assegni viene erogato al Sud e sulle Isole, un 14 per cento al Centro e il 20 per cento al Nord, come ricorda Milena Gabanelli sul Corriere.

I furbi e la mancanza di occupazione al Sud

Ma è su questo dato che emerge un'amara verità scritta tra le cifre della Corte dei Conti. Ebbene al Sud risulta una "totale assenza di occupabilità", fanno sapere i magistrati contabili. Traduzione: al Sud i disoccupati intascano il sussidio in un contesto che ha pochissime opportunità occupazionali. Va detto poi che come recenti inchieste hanno testimoniato, spesso al reddito di cittadinanza viene affiancato un lavoro in nero che di fatto falsa totalmente lo scopo socio-economico della misura varata dai Cinque Stelle. Ma come se non bastasse questo quadro per apportare modifiche alla norma, è corretto anche ricordare i numero dei "furbi". A circa 123.697 aventi diritto è stato revocato l'assegno.

Inoltre, sempre secondo le statistiche, il 36 per cento di chi percepisce il reddito non versa in povertà assoluta, mentre, paradosso dei paradossi, il 56 per cento degli indigenti non percepisce nulla. C'è chi obietta: c'è stata la pandemia, le procedure per l'impiego si sono fermate. Falso. A smontare questa bufala è sempre la Corte dei Conti che di fatto afferma che l'emeregnza sanitaria non ha condizionato i Centri per l'impiego che hanno garantito, comunque, il regolare svolgimento delle attività istituzionali da remoto.

La battaglia politica

Ma i grillini su una eventuale riforma del reddito di cittadinanza continuano a fare muro. Basta sentire le parole usate in campagna elettorale da Giuseppi che del reddito ne sta facendo un cavallo di battaglia in tutte le piazze del Sud: "Vogliono togliere il reddito di cittadinanza? Devono passare sul nostro cadavere. Devono venire qui e dirvelo in faccia - ha spiegato - devono dirlo alle mamme che non sanno come sfamare i figli, ai papà che non arrivano a fine mese. Se vogliono togliere il reddito di cittadinanza non devono dirlo in tv, ma qui in piazza in mezzo a noi". Forza Italia da tempo tenta di spianare la strada verso la riforma e in questa direzione sono importanti le dichiarazioni del ministro agli Affari regionali, Mariastella Gelmini: "Non possiamo accontentarci di un bonus o di un aiutino, i giovani devono essere messi nelle condizioni di mostrare il loro talento e la loro visione del mondo, nel governo forse un po' litigheremo perché rivedere il reddito di cittadinanza è una necessità". Durissima anche la posizione di Fratelli d'Italia che con la Meloni ha attaccato il provvedimento: "Ho detto che il reddito di cittadinanza è metadone di Stato. Sono stata molto attaccata per averlo detto: ribadisco il reddito di cittadinanza è metadone di Stato. Ti mantiene nella tua condizione di povertà a dipendere dalla politica. Io sono per la comunità terapeutica: credo che reddito di cittadinanza sia una vergogna...".

Infine Matteo Salvini prepara già la contromossa in Parlamento per scardinare il muro di "no" alla riforma che arriva dai grillini: "Avrò l’onore di apporre la mia prima firma ad un emendamento Lega che garantisce un reddito solo a chi veramente non può lavorare.

Coloro che potranno beneficiare del reddito, saranno i disabili, gli invalidi, coloro che assistono un parente a letto 24 ore su 24, ma toglierà redditi a caso a coloro che non hanno nessuna voglia di lavorare, anzi rifiutano il posto di lavoro". La battaglia è aperta. Ma alla luce del dossier della Corte dei Conti, una revisione integrale del reddito di cittadinanza è necessaria. E al più presto...

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