«Spero non serva un aumento a Mps»

L'ipotesi legata all'esito degli stress test a ottobre. Si cercano nuovi soci per il patto di sindacato

«Spero non serva un aumento a Mps»

Il debutto di Marcello Clarich alla presidenza della Fondazione Mps non è proprio passato sottotraccia. A poche ore dalla prima seduta della Deputazione amministratrice successiva all'insediamento al vertice di Palazzo Sansedoni, il manager ha subito messo le cose in chiaro: possibilmente nuovi soci per il patto in Mps e via libera alle azioni di responsabilità nei confronti di ex amministratori, consulenti e alcune delle banche finanziatrici delle operazioni eseguite tra il 2008 e il 2011 per 3 miliardi circa di danni. «Se c'è una speranza di rimpolpare il patrimonio della Fondazione in tempi medi questa è data dall'azione di responsabilità. Come si fa a pensare che noi rinunciamo al buio? Anche se avremo una possibilità su mille, andremo avanti sino in fondo», ha affermato Clarich».

Quanto a Rocca Salimbeni (Mps) di cui la Fondazione è rimasta azionista al 2,5%, la strategia di Clarich punta quindi a rafforzare e, se possibile, ampliare il patto di sindacato sul Monte che lega la Fondazione ai fondi Btg Pactual e Fintech sul 9% del capitale, per rimanere tra quelli che contano nella banca (si punta a un ingresso di Axa, azionista di Mps con il 2,05% del capitale) e alleggerire la dipendenza della Fondazione dalla sola partecipazione nell'istituto. Proprio nell'ultimo mese l'attuale patto è stato scosso dalla richiesta dei rappresentanti dei fondi di entrare nel cda di Mps come previsto. Una situazione che Palazzo Sansedoni sta cercando di risolvere con un pressing sui propri rappresentanti nel cda del Monte che favorisca le dimissioni di due consiglieri e faccia spazio ai rappresentanti dei fondi. Sul tema, peraltro, Clarich ha preferito non esprimersi. «Abbiamo ancora una settimana di tempo, lasciamo che ognuno faccia le proprie riflessioni», ha ribadito il manager che sta incrociando le dita anche su un altro tema caldo per Mps: la temuta necessità di un ulteriore rafforzamento patrimoniale ipotizzata da alcuni broker che verrebbe evidenziata dall'esito degli stress test (i risultati sono attesi per il 17 ottobre). «Ci auguriamo che il problema non si ponga, ma una valutazione da parte nostra sarà fatta se il problema si porrà», ha dichiarato il manager. Il quale ha poi ribadito: «Il mantenimento del patrimonio della Fondazione Mps è la nostra linea Maginot, il limite che non si può superare».

Per quanto riguarda più da vicino la gestione operativa dell'Ente, ieri sono state avviate le consultazioni con i soci per la stesura e l'aggiornamento del documento programmatico triennale atteso entro fine settembre. La Deputazione ha iniziato a prendere in esame i dossier relativi ai progetti e alle partecipate della Fondazione, tra cui Sansedoni Spa, L'Accademia Chigiana e la Sienabiotech.

E anche qui le idee di Clarich sono chiare: «Sono temi delicati che valuteremo con grande attenzione. Però non è che la Fondazione può continuare a sostenere a tempo indeterminato iniziative che hanno dato risultati non positivi».

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