Tutte le spine di Cir. La finanziaria della famiglia De Benedetti sta iniziando a posizionare le proprie società operative sulla scacchiera in attesa di sciogliere i diversi nodi: dalla ricapitalizzazione della controllata Sorgenia su cui pesano 1,9 miliardi di debito; alla clausola di cross default che, in caso di insolvenza su interessi e ratei da parte del gruppo elettrico, potrebbe spingere gli obbligazionisti di Cir a chiedere il rimborso anticipato delle emissioni (259 milioni); fino alla sospirata ripresa del mercato pubblicitario per L'Espresso che, come si evince anche dai piani editoriali lacrime e sangue, tarda ad arrivare. Cresce intanto l'attesa per il bilancio 2013 sul quale si alzerà il velo solo il prossimo 14 aprile. Cir, secondo stime recenti di Equita, dovrebbe aver chiuso l'anno con un giro d'affari di 5,3 miliardi (+4%) e un margine operativo lordo polverizzato a 77 milioni (-75%).
Ieri, mentre prosegue lo stallo sull'aumento di capitale di Sorgenia, a muoversi stata L'Espresso che ha collocato un bond quinquennale convertibile da 100 milioni al 2,625% annuo. Secondo quanto comunicato dalla società, l'operazione è finalizzata al rimborso del prestito obbligazionario denominato «Eur 227,4 milioni 5,125%». «Si tratta di un'operazione diluitiva e particolarmente complessa che potrebbe non essere giustificata dalla sola volontà di avvantaggiarsi di uno scenario di tassi favorevoli per rifinanziarsi a un costo inferiore», sostiene un analista.
In effetti, come commentano a websim.it «in caso di piena conversione arriveranno 45 milioni nuove azioni sulle 410 milioni esistenti e Cir scenderebbe sotto la soglia di controllo del 50%, passando dall'attuale 53,5% al 48% circa». Sulla base di queste considerazioni, un'analista ipotizza che l'emissione di un bond convertibile per L'Espresso possa essere motivato anche da un altro punto di vista: quello di iniziare a mettere «fieno in cascina», utilizzando i diversi canali a disposizione e lasciandosi aperte altre strade di finanziamento da percorrere in futuro, in vista delle incertezze che potrebbero pesare sulla vita societaria del gruppo nei prossimi mesi. In Borsa il titolo Espresso ha ceduto quasi il 5%.
Certo, a Cir fanno ancora capo i 360 milioni netti di cassa (pari al 24% circa della somma delle parti della finanziaria) portati a casa con il Lodo Mondadori, ma potrebbero non bastare. Sull'Espresso, infatti, pende una spada di Damocle da 350 milioni per presunta evasione fiscale su cui, da giugno 2012, è atteso il verdetto della Cassazione.
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