Stellantis, Parigi fa i conti con i troppi costi italiani. In allarme i fornitori

Faro sulle fabbriche. Palombella: "Nel mirino le gestioni esterne. Ok l'elettrico, ma chi fa i motori?"

Stellantis, Parigi fa i conti con i troppi costi italiani. In allarme i fornitori

Per fine anno l'ad di Stellantis, Carlos Tavares, scoprirà le carte sul piano industriale del gruppo: nuovi modelli, dove saranno prodotti, strategie in Europa, Usa e Cina. L'8 luglio prossimo, invece, sono attese importanti anticipazioni in tema di transizione ecologica, dopo quelle da poco illustrate al tavolo con governo e sindacati che toccano direttamente la fabbrica di Melfi. All'Electrification Day, infatti, Tavares potrebbe già entrare nel dettaglio di investimenti e progetti. Per il 2025, infatti, il 98% della gamma europea sarà elettrificata. È una sfida complessa che dovrà essere vinta senza ricadute sull'occupazione e causare tensioni sociali.

Il tema degli investimenti sull'elettrificazione, che vedono concorrenti come il gruppo Volkswagen mettere sul piatto cifre da capogiro, è comunque legato a doppio filo con la spinosa questione dei costi. In Italia, infatti, i costi di produzione restano troppo elevati, come puntualizzato tempo fa dallo stesso Tavares, problema che si è accentuato con la pandemia, le vendite in sofferenza e la mancanza di un programma strutturale di incentivazione all'acquisto.

Come fare, dunque, per rendere i costi competitivi? Il tema è stato affrontato al recente tavolo con il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, i sindacati e l'azienda, rappresentata da Davide Mele, viceresponsabile per l'Europa allargata, e Pietro De Biasi, a capo delle relazione industriali.

«Stellantis - afferma Rocco Palombella, segretario generale Uilm - ha ribadito che non chiuderà impianti o licenzierà. Il taglio dei costi avverrà grazie a piani di razionalizzazione, eliminando le inefficienze, come è stato prospettato per Melfi, prima fabbrica italiana di cui è stato illustrato il futuro: quattro modelli elettrici al via dal 2024», insieme all'intenzione di assemblare batterie. «Saranno modelli multimarca - aggiunge Palombella - quindi, anche dell'ex Psa. C'è la volontà di creare una superlinea con una capacità di 370-400mila vetture l'anno, come quella attuale». Nel frattempo, da Melfi continueranno a uscire le Jeep Renegade e Compass con motore termico o ibrido ricaricabile, e le Fiat 500X.

«Sui costi - si sofferma Palombella - l'azienda intenderebbe però intervenire sulla gestione delle aziende fornitrici. Come sindacati, abbiamo risposto che nel caso si decidesse di internalizzare le attività esterne, dovranno essere riassorbiti tutti i lavoratori. A Melfi, per esempio, l'indotto ha in Stellantis l'unico committente. Non siamo disponibili a mettere in discussione la catena di approvvigionamento. A Giorgetti, inoltre, è stata ribadita la forte preoccupazione, visti gli investimenti sull'elettrificazione, per il futuro delle fabbriche che producono motori termici insieme al loro indotto». In proposito, ecco l'importanza della convocazione, il 23 giugno prossimo, sempre da parte di Giorgetti, che sarà affiancato dal viceministro Gilberto Pichetto Fratin, del Tavolo Automotive, quindi allargato a tutti i player del settore.

«Qui entra in gioco l'intero sistema auto - afferma Palombella - ma è importante che non si ripeta l'errore di chiamare una settantina di sigle associative, creando solo confusione. A discutere dei problemi per trovare le soluzioni devono essere le associazioni più rappresentative».

Ma ci saranno altri incontri tra Giorgetti, Stellantis e i sindacati.

«L'auspicio - per Palombella - è che arrivino anticipazioni anche sugli altri impianti e sulla nuova Gigafactory, per la produzione delle batterie, che Giorgetti ha chiesto espressamente a Tavares di realizzare in Italia».

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