I «sirtaki bond» tornano sul mercato e sbancano, superando il primo test di Atene sulla propria capacità futura di finanziarsi. Ieri la Grecia si è riaffacciata sul mercato obbligazionario dopo tre anni di esilio forzato, e ha collocato 3 miliardi di euro di bond a 5 anni, con un tasso di interesse del 4,625%, al di sotto della soglia ritenuta indicativa e pari al 5 per cento. Al momento il bond non è nel paniere dei titoli acquistabili dalla Bce.
La domanda di obbligazioni con scadenza al 2022 è stata pari a 6,5 miliardi, più del doppio rispetto all'offerta. L'emissione, secondo il governo di Atene, ha raccolto l'interesse di oltre 200 investitori e il suo successo, secondo quanto sostenuto in una nota governo di Alexis Tsipras, «conferma il buon andamento dell'economia greca, che sta facendo progressi costanti verso l'uscita definitiva dalla crisi e dai programmi di salvataggio»
L'emissione è arrivata dopo la revisione al rialzo dell'outlook della Grecia da parte di S&P che ha promosso lo scenario sul Paese da «stabile» a «positivo» sulla speranza di un'ulteriore riduzione del debito da parte dei partner europei. La Grecia ha rating Caa2 con outlook positivo per Moody's, B- con outlook positivo per S&P's, CCC per Fitch e CCC high con outlook stabile per Dbrs.
L'operazione ha coinvolto come capofila l'intera elite finanziaria internazionale: Goldman Sachs, Citibank, Deutsche Bank, Hsbc, Bnp Paribas e Bank of America Merrill Lynch.
Insieme all'emissione del nuovodebito obbligazionario, Atene riacquisterà il bond in scadenza ad aprile 2019, a 102,6. In questo modo il governo greco punta ad ammorbidire la curva dei rimborsi dopo la fine del bailout.
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