Economia

Superbonus, video per provare la bontà dei lavori. Ma è polemica

Girare brevi video per mostrare la bontà dei lavori sul Superbonus: è questa la proposta di una società di consulenza che ha mandato su tutte le furie i professionisti del settore. "Incredibile iniziativa che va respinta"

Superbonus, video per provare la bontà dei lavori. Ma è polemica

Evidentemente, le lungaggini burocratiche, gli intoppi e i disservizi che in questi mesi hanno subìto i cittadini in materia di Superbonus 110% non sono bastate. Dopo che il decreto Aiuti bis ha finalmente sbloccato la situazione, la società di consulenza Deloitte ha chiesto che vengano girati dei video che attestino da bontà dei lavori eseguiti, una specie di "video-asseverazione". Apriti cielo, le polemiche sono divampate immediatamente e non si è fatto attendere un duro comunicato stampa da parte della Rete di Professioni Tecniche (Rpt) che ne condanna il metodo.

"Incredibile iniziativa"

Quella che viene definita "un’incredibile iniziativa" viene spiegata chiaramente dai professionisti del settore: "La società ha previsto di inserire nella sua piattaforma 'Deloitte banca e cessione del credito' un video per ogni asseverazione rilasciata. La pubblicazione del video è necessaria per farsi riconoscere la cessione del credito per Bonus edilizi e Superbonus. Il video, della durata massima di 5 minuti, deve inquadrare espressamente il volto del tecnico e l’immobile oggetto di intervento", si legge sul comunicato. Ma le comiche non sono ancora finite: la ripresa deve essere fatta bene in modo tale che il volto del lavoratore sia riconoscibile ma sarà anche "necessario inquadrare il cartellone di cantiere, il numero civico, il contesto urbanistico". Come se non bastasse, nel video il tecnico "dovrà citare espressamente gli importi e gli interventi asseverati, mostrando tutti i lavori eseguiti". Insomma, questo lavoro sembra più simile alla messa in onda di un programma televisivo come può essere un documentario.

"Assoluta indignazione, va respinta"

Sentita la richiesta della Deloitte, la Rete Professioni Tecniche ha espresso "la più assoluta indignazione per questa incredibile iniziativa che va assolutamente respinta per una serie di precisi motivi". Punto primo: non esiste alcuna legge che preveda una cosa del genere: se l'intento è quello di evitare le truffe, "l’effetto è del tutto nullo". Secondo punto: l’iniziativa può avere un impatto sulle responsabilità della banca dal momento che "il dolo o la colpa grave della stessa non possono seriamente sussistere in presenza di crediti correttamente asseverati". Terzo punto: la follia burocratica viola l'art. 1341 del Codice dei Contratti (vessatorietà) e non ha nemmeno "alcun rilievo rispetto alle vigenti disposizioni in materia di antiriciclaggio o di responsabilità dell'impresa". Ultimo ma non per importanza, la privacy viene a mancare del tutto perché è illegittimamente violata.

La risposta della società

"Oltre che fiscalisti e amministrativisti, i tecnici dovranno anche diventare youtuber", ha ironizzato sui social un consulente urbanistico. Alcuni architetti, invece, lo hanno definito un "cortometraggio". Non solo: tutto questo viene richiesto "a pochi giorni dalla scadenza del 30 settembre". La Deloitte ha provato a spiegare e spegnere le polemiche. "Il video non è un obbligo, ma agevola i controlli dell'Agenzia delle Entrate, e quindi è utile a tutti", come si legge su Repubblica. Secondo la società di consulenza, i video avrebbero lo scopo di "rafforzare i controlli antifrode a tutela dell’erario, delle imprese, dei committenti, dei professionisti e dei soggetti cessionari, al fine della più sicura verifica e più rapida monetizzazione degli incentivi".

E poi, le banche avrebbero un beneficio "sui tempi di monetizzazione", conclude Deloitte.

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