Economia

Telecom, in corso a Milano ispezione di Consob e Gdf

Il controllo riguarderebbe la vendita della quota di Telecom in Telecom Argentina

Telecom, in corso a Milano ispezione di Consob e Gdf

Funzionari della Consob, unitamente a militari della Guardia di Finanza stanno compiendo da questa mattina un'ispezione a Milano nella sede della Telecom. L’ispezione riguarderebbe alcuni "nodi" degli ultimi giorni, tra questi la vendita della quota di Telecom in Telecom Argentina e l’ipotesi di emissione a breve di un bond da 1,3 miliardi di euro. Gli ispettori sono entrati nelle sedi del gruppo a Milano e Roma per recuperare materiale sul bond convertendo da 1,3 miliardi e sulla cessione di Telecom Argentina. Sulle due operazioni, parte del piano industriale approvato dal Cda di Telecom gioved scorso, la Commissione si è mossa dopo gli esposti presentati da Asati, l’associazione dei piccoli soci, e le lamentele di Marco Fossati, azionista al 5% attraverso Findim, sentito due volte in audizione dall’authority. Nel frattempo la procura di Roma ha aperto un fascicolo, il mese scorso, senza ipotesi di reato, sulla vendita a fine settembre di azioni della controllante Telco dai soci italiani (Generali, Mediobanca e Intesa) alla spagnola Telefonica. Il fascicolo, aperto d’ufficio, potrebbe arricchirsi di nuove informazioni da chiedere alla Consob anche a seguito del ’blitz’ di oggi. Le ispezioni hanno visto impegnati 15 uomini della Consob a Milano e altrettanti a Roma, coadiuvati dalla Gdf, «per acquisire informazioni relativamente all’emissione obbligazionaria ’convertendò, alle procedure in corso per la cessione delle partecipazioni detenute dal gruppo in Telecom Argentina e alle procedure aziendali in materia di confidenzialità delle informazioni privilegiate e di tenuta del registro delle persone che vi hanno accesso», ha indicato Telecom in una nota. Il gruppo ha poi sottolineato "di aver sempre operato nel rispetto delle leggi e delle norme che regolano il mercato finanziario" e ha assicurato "la massima collaborazione alle autorità". Il materiale raccolto (l’ispezione potrebbe durare pochi giorni o alcune settimane) dovrà essere analizzato e prima del 2014 la Consob non riuscirà a tirare le somme. Solo a quel punto la Commissione valuterà se avviare un iter sanzionatorio o segnalare quanto emerso ai magistrati. Riguardo alla vendita del 22,7% della partecipata argentina, per la quale Telecom è pronta ad accettare l’unica offerta arrivata, quella per 1 miliardo di dollari del fondo Fintech di David Martinez, già azionista della società sudamericana, i dubbi espressi da Asati a Consob riguardano il prezzo, che non offrirebbe alcun premio rispetto ai valori di borsa, l’assenza di un’asta competitiva e il conflitto di interessi di Telefonica e di altri parti correlate. Ancora più contestato è il collocamento realizzato da Morgan Stanley, la notte stessa dell’annuncio (il 7 novembre) delle obbligazioni obbligatoriamente convertibili in azioni Telecom fra tre anni.
Fossati e gli altri soci di minoranza esclusi dall’operazione, oltre a non ottenere un bond che offre un rendimento interessante, vedranno diluire la quota e non potranno nemmeno cedere l’opzione sul mercato, cosa che avrebbero potuto fare nel caso di un aumento di capitale. Hanno avuto invece l’opportunità di sottoscrivere il bond, rispettivamente per 103 e 200 milioni, Telefonica e il fondo estero BlackRock.

E anche su questo punto gli uomini di Giuseppe Vegas vogliono vederci chiaro.

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