Telecom in altalena ieri a Piazza Affari dopo i preliminari dei conti 2012. Il titolo, che a inizio seduta è finito persino sospeso per eccesso di ribasso, è poi rimbalzato chiudendo a fine giornata a -1,26%.
Il batticuore del mercato è iniziato apprendendo la cattiva notizia del dividendo dimezzato, a 1,97 centesimi per azione, fino al 2015. Il che vuol dire, ai prezzi attuali, un rendimento del 3%. Poco certo per un titolo che ha perso, solo nell'ultimo anno, circa il 20% del suo valore, e il 7% in una sola settimana. In realtà, tra gli operatori, si era diffuso anche un altro timore. Ossia un possibile aumento di capitale che i soci Telco, la holding che controlla la società, non hanno nessuna voglia di affrontare. Al posto dell'aumento, la società ha scelto di dimezzare il dividendo e l'emissione di un bond ibrido da 3 miliardi, ritenuto però dai piccoli azionisti di Asati, molto oneroso, avendo un tasso di interesse tra il 6 e il 7%.
In realtà il taglio al dividendo, che già lo scorso anno aveva subito una sforbiciata del 23%, è stato molto maggiore rispetto alle attese degli analisti e ha così contratto il monte dividendi da 900 a 450 milioni. Tra le cause anche il perdurante calo dei ricavi, ridotti dell'1,5% rispetto al 2011 a 29,5 miliardi di euro. In flessione del 4,2% pure il margine lordo a 11,6 miliardi. Notizie positive per il debito in discesa a 28,2 miliardi rispetto ai 30,4 dell'anno scorso, ma la società non è riuscita a centrare il target a 27,5 miliardi. L'unica nota positiva viene dagli investimenti che saliranno, nel triennio, di un miliardo, a 16 miliardi, di cui 9 in Italia dove i ricavi sono scesi del 5,8%. Per quanto riguarda la cedola, ha spiegato il direttore finanziario Piergiorgio Peluso, potrà tornare a crescere quando saranno raggiunti i target di riduzione del debito previsto sotto i 27 miliardi nel 2015. Quanto al 2013 le previsioni non sono certo rosee. «La spesa del mercato consumer continuerà ad essere negativa (-1,2%)», ha spiegato l'ad Marco Patuano. E se il mercato domestico continua a scendere, in Brasile si prevede, dal prossimo anno, una crescita a una cifra ma le prospettive per il mobile restano buone, visto che il 55% delle famiglie possiede solo telefoni cellulari. Continuerà la crescita a due cifre in Argentina ma, fanno notare gli analisti, il dato sconta l'alto tasso di inflazione. In Brasile, dopo l'uscita di Andrea Mangoni è stato nominato un nuovo ad, Rodrigo Abreu, ex manager di Cisco. Soddisfatto nel complesso Bernabè. «Telecom si sta rafforzando in America Latina, e contemporaneamente, punta a ridurre il debito - ha spiegato il presidente - ciò che vogliamo davvero raggiungere con il bond ibrido è qualcosa che non abbia impatto sulla struttura del capitale e sugli azionisti. Altre società hanno scelto percorsi diversi. Crediamo che sia uno strumento innovativo che ci permette di spingere sugli investimenti, senza deconcentrarci sulla riduzione del debito».
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