Telecom: "Elliott ignorava il piano"

Genish: «Pronti ad ascoltare tutti i soci». Ma Singer vuole la rete e Sparkle in Borsa

Telecom: "Elliott ignorava il piano"

«Telecom non ha problemi ad ascoltare i suggerimenti che il fondo Elliott vorrà dare per migliorare la gestione». È lo stesso ad Amos Genish a tendere la mano della diplomazia a Paul Singer, dopo che martedì il fondo attivista Usa gli ha «rubato» il palcoscenico proprio nel giorno della presentazione del nuovo piano industriale. Un progetto che prevede importanti novità, come lo scorporo della rete e la digitalizzazione di tutti i processi. Secondo Genish, il fondo attivista non ha avuto il tempo di esaminare il piano appena presentato. Stando ad alcune indiscrezioni, però, Elliott avrebbe le idee molto chiare: la rete e Sparkle dovrebbero essere scorporate da Tim e quotate in Piazza Affari. Telecom dovrebbe addirittura scendere in minoranza o uscire dall'azionariato, lasciando spazio a un socio pubblico, come la Cdp. Elliott dunque per valorizzare la rete Tim, che necessita ingenti investimenti e destinata a perdere valore, vorrebbe creare una rete unica, facendo evidentemente confluire anche Open Fiber che ha tra gli azionisti, oltre a Enel, la stessa Cassa Depositi.

Quanto invece al piano di Tim per la separazione volontaria della rete, il board ha dato mandato a Genish di avviare l'iter formale per la notifica all'Agcom. Sarà creata una società ad hoc, posseduta al 100% da Telecom, cui conferire la rete d'accesso, dalla centrale fino all'utente finale. Ma anche l'infrastruttura collegata e il personale necessario a «fornire servizi all'ingrosso in maniera indipendente». I primi passi in questo senso sono previsti per il prossimo luglio. Il piano triennale punta poi sull'offerta di servizi premium ai clienti con l'obiettivo di «accelerare la generazione di cassa» per rafforzare la struttura patrimoniale e aumentare il ritorno agli azionisti. Tim prevede la digitalizzazione di tutti i processi e mira a promuovere «un modello di relazione digitale» con il cliente, «incentrato sull'utilizzo dei big data». L'obiettivo è di raggiungere entro il 2020 più di 5 milioni di clienti connessi in fibra grazie ai nuovi contenuti video, musica e giochi, oltre a triplicare i clienti di Tim Vision, che, a fine 2017 su rete fissa erano 1,3 milioni. Sul fronte business il proposito è di raggiungere a fine piano ricavi da Ict e cloud per un quarto del totale del segmento, con un numero di clienti in fibra triplicato. Inoltre, nel wholesale, si stima che le linee in banda ultralarga degli operatori alternativi aumentino da 1 a 3 milioni.

Per quanto riguarda il Brasile, gli obiettivi sono di aumentare i clienti mobili in abbonamento (oggi sono il 30% del totale) e i clienti residenziali connessi in fibra a 1 milione. Su Inwit, la società delle torri mobili, si punta invece ad aumentare il numero di clienti e sviluppare infrastrutture di nuova generazione. Sparkle, la società dei cavi internazionali, si concentrerà sui servizi dati. È prevista l'espansione dell'attività in 11 nuovi Paesi. Gli investimenti previsti nel triennio sono di 9 miliardi in Italia e di 12 miliardi di reais in Brasile (circa 3 miliardi di euro). I target finanziari sono la crescita dell'equity free cash flow per un totale cumulato nel triennio di 4,5 miliardi.

Quanto ai contenuti, tramontata la joint venture con Canal Plus, Tim si prepara a fare acquisti sul mercato dell'entertainement.

Ieri in Borsa il titolo è salito dell'1,87%, dopo il +6% di martedì. Confermata la nomina a direttore acquisti di Michel Sibony in «parziale distacco da Vivendi».

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