Telecom Italia offre a Vivendi il 20%

È la quota che il gruppo francese avrebbe nel capitale al termine della fusione tra Gvt e Tim Brasil

Vivendi potrà arrivare al 20% di Telecom, divenendone il primo azionista assoluto. È questo, secondo indiscrezioni provenienti dal Brasile, il punto chiave dell'offerta che la stessa Telecom, insieme con Mediobanca e gli altri advisor Citi e Bradesco, sta per mettere a punto e presentare al gruppo francese per avere in cambio Gvt - la società di telefonia fissa controllata al 100% da Vivendi che opera in 153 città brasiliane - e fonderla con Tim Brasil.

E, soprattutto, per battere la concorrenza di Telefonica, che a Vivendi ha già fatto un'offerta mista per Gvt, valutata 6,7 miliardi. Ma secondo la Folha de S.Paulo , il principale quotidiano del Paese che ha diffuso l'indiscrezione, l'offerta di Telecom vale di più: 7 miliardi. A cui si arriva sommando il 20% di Telecom ad azioni di Tim Brasil. Sarebbe questo il risultato dell'incontro di mercoledì scorso a Parigi tra l'ad di Telecom Marco Patuano, quello di Mediobanca Alberto Nagel e Vincent Bollorè, presidente di Vivendi nonché primo socio privato di Piazzetta Cuccia.

Quindi i punti dell'offerta Telecom prevedono al piano superiore l'ingresso di Vivendi nel capitale di Telecom Italia con la quota di riferimento del 20% e al piano di sotto la fusione Gvt-Tim Brasil.

Dalla realizzazione di queste operazioni, che dovrebbero prevedere un aumento di capitale riservato di Telecom e un altro di Tim Brasil, scaturirà sia l'assetto azionario finale di Telecom, sia la valorizzazione dei 7 miliardi prevista per Vivendi, che di certo comprende anche una sorta di «premio di maggioranza», dovuto all'entità delle azioni Telecom che passerebbero a Parigi. Secondo la Folha , l'offerta italiana verrà formalizzata già martedì prossimo e mercoledì dovrebbe riunirsi un consiglio di Vivendi, in anticipo dunque rispetto a quello finora atteso per il 28 agosto.

Benchè non sia prevista una componente in contanti, gli italiani ritengono che la loro proposta sia più interessante per Vivendi in quanto offre ai francesi la possibilità di distribuire i contenuti delle loro attività (Universal Music e Canal+), principale fonte di ricavi per il gruppo transalpino, in un mercato come quello italiano dove le possibilità di penetrazione restano assai elevate. Mentre l'offerta di Telefonica prevede una quota di cash (4 miliardi) di cui Vivendi non ha necessità, e i restanti 2,7 miliardi in azioni della controllata brasiliana Vivo, da poi aggregare con Gvt, ma senza che i francesi ne riescano a controllarne la governance, cosa che invece avverrebbe, almeno pariteticamente, nel caso di Gvt-Tim. Non solo, ma in questo modo il gruppo di Bollorè metterebbe le mani sulla maggioranza relativa del gruppo di tlc italiano, mentre nel caso di Telefonica, gli spagnoli offrono solo il loro 8,3% di Telecom e peraltro come elemento accessorio dell'offerta per Gvt. Infine la stampa brasiliana fa notare che l'offerta spagnola limita la vendita, via tlc, dei contenuti di Vivendi al solo mercato brasiliano, mentre quella italiana apre ai francesi due mercati nello stesso tempo.

Ma

al di là delle prossime mosse e delle decisioni societarie, l'impressione è che sia da Parigi sia da San Paolo stia aumentando il tifo per l'operazione appoggiata da Telecom. Che, in ogni caso, sarà sempre meno italiana.

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