Telecom rinvia su «3» Per i sindacati lo scorporo è una finta

Telecom rinvia su «3»  Per i sindacati lo scorporo è una finta

Quattro ore di consiglio di amministrazione, ma un comunicato di sole due righe. Questo, in sostanza, l'esito della riunione di ieri del cda di Telecom Italia. Nello stringatissimo comunicato è stato semplicemente sottolineato che «l'esame dell'operazione di integrazione con “3 Italia” è stato rinviato a una prossima riunione». Nulla di fatto, dunque, per il possibile accordo tra Telecom e il quarto operatore di telefonia mobile italiano. I manager di Telecom infatti erano troppo occupati con lo scorporo della rete annunciato la settimana scorsa. Un'operazione che lascia perplessi i sindacati, che venerdì scorso hanno incontrato i vertici della società telefonica, ossia il presidente Franco Bernabè e l'ad Marco Patuano, e che la ritengono un'operazione fittizia. Secondo i rappresentanti dei lavoratori infatti lo scorporo verrebbe adottato soprattutto per ottenere dall'Agcom e dall'Authority europea l'allentamento dei vincoli tariffari che pesano sull'ex-monopolista. Nella nuova società infatti confluirebbe, secondo quanto spiegato da Patuano, solo il 30% della rete Telecom. Quella del cosiddetto unbundling, ossia quella che, dagli armadi di derivazione, finisce dentro le case degli italiani. Le dorsali di connessione in fibra resterebbero in mano a Telecom. Ma anche la nuova società resterà controllata dall'ex-monopolista fino a quando non sarà stato individuato un compratore per una quota che, secondo i piani di Telecom, sarà comunque di minoranza. Il socio dovrebbe essere la Cassa depositi e prestiti ma anche un fondo di investimento.

Ai sindacati è stato detto comunque che nella nuova società, in cui dovrebbero confluire circa 21 mila dipendenti (tutti i 18 mila dell'attuale società della rete Open Access più alcuni di staff), non saranno ammesse come azioniste le società di tlc concorrenti. Nel cda di ieri, infine, è stata resa un'informativa sull'andamento del business in Sudamerica.

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