Telecom, Vivendi non rischia Recchi resta presidente

I francesi rimandano il ribaltone con de Puyfontaine in attesa del verdetto Ue sul «controllo» del gruppo

Maddalena Camera

Giuseppe Recchi presidente di Telecom Italia. Probabilmente a tempo. Certezze non ce ne sono, ma il comunicato rilasciato dal socio forte della compagnia telefonica italiana, dopo il primo cda Telecom con i nuovi consiglieri, lascia pochi dubbi. «Il rinnovo degli incarichi al vertice - si legge sulla nota di Vivendi - è stato fatto per assicurare il corretto funzionamento della compagnia in attesa del pronunciamento della Commissione europea sul controllo di fatto di Vivendi su Telecom».

E dunque, mentre l'ad Flavio Cattaneo è confermatissimo, dopo i risultati ottenuti che hanno portato ieri il titolo Telecom (+2,3%) ai massimi da un anno a questa parte, Recchi il 30 maggio prossimo, quando l'Ue darà il suo responso sul controllo, potrebbe essere «costretto» a rinunciare alla presidenza. Il suo posto dovrebbe essere preso da Arnaud de Puyfontiane, oggi vicepresidente Telecom nonchè ad di Vivendi. Ma perchè un giro di nomine così complicato? Ebbene avendo chiesto il parere alla Ue, da regolamento non è possibile cambiare la governance di una società prima di aver ottenuto il responso. E infatti i vertici sono stati rinnovati con le stesse deleghe che detenevano in passato. Sulla vicenda può giocare un ruolo anche la complicata questione che Vivendi sta affrontando in Italia sul fronte Mediaset.

Dato che Vivendi deve scegliere, per sentenza dell'Agcom, tra la quota detenuta in Telecom (il 24% circa) e quella in Mediaset (circa il 30%) potrebbe forse essere utile per i francesi non esprimere nella società telefonica un presidente transalpino. In questo caso Recchi resterebbe al suo posto. Ma l' ipotesi pare poco probabile. Secondo indiscrezioni sarebbe invece più veritiera la tesi che vede il 30 maggio, ossia dopo il pronunciamento dell'Antitrust europea (la data prevista inizialmente era il 12 maggio e potrebbe nuovamente slittare) un avvicendamento al vertice tra il presidente Recchi e il vice de Puyfontaine.

Non è escluso, in questo caso, che si proceda anche a una diversa ridistribuzione delle deleghe, per cui non è detto che tutte quelle in capo a Recchi passino a de Puyfontaine presidente. Tra le ipotesi sul tavolo c'è anche quella di dare alcune deleghe al presidente a Recchi nominato vicepresidente.

Oggi a Recchi oltre ai poteri di legge e statuto vengono attribuiti anche l'identificazione delle linee guida dello sviluppo del gruppo, d'intesa con l'amministratore delegato, e la supervisione dell'elaborazione e della realizzazione dei piani strategici, industriali e finanziari nonchè la supervisione in materia di security e sulla società Sparkle.

Intanto ieri il cda Telecom ha anche proceduto all'accertamento del possesso dei requisiti d'indipendenza dei consiglieri eletti come indipendenti tra cui l'ex numero uno del grppo, Franco Bernabè.

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