Economia

Truffati dalle banche, vertice tra Conte e Tria: si va verso la soluzione

Il vertice di governo tra Giovanni Tria e Giuseppe Conte sembra aver sbloccato il dossier truffati dalle banche. Le risorse nel dl Crescita

Truffati dalle banche, vertice tra Conte e Tria: si va verso la soluzione

Il pressing era arrivato già nei giorni scorsi da Matteo Salvini: il ministro aveva incalzato il collega di governo a firmare i decreti per risarcire i risprmiatori truffati dalle banche. I dossier sono sul tavolo del Mef, ma fino ad ora non avevano ancora trovato la via della soluzione. Oggi, però, anche il M5S ha messo nel mirino il titolare dell'Economia costringendolo - di fatto - ad accelerare. E a trovare un compromesso. Tria "può stare tranquillo", ha sussurrato Di Maio, ma ad una condizione: deve firmare il decreto "il prima possibile", perché "ci abbiamo lavorato otto mesi e per noi è fondamentale".

In serata a Palazzo Chigi si è svolto infatti un vertice "con risultati molto positivi" tra Tria e Giuseppe Conte. Secondo quanto fanno trapelare fonti di Governo, infatti, le norme chieste a più riprese dai due vicepremier dovrebbero trovare spazio nel Dl Crescita, che con ogni probabilità, sarà in Cdm giovedì. In fondo nll'ultima bozza del decreto era previsto l'articolo 35 dedicato proprio ai rimborsi ai risparmiatori, anche se non era ancora stato inserito il testo. Sul piatto ci sono "1,5 miliardi di euro". "Si è discusso della situazione economica e dei prossimi provvedimenti da adottare a sostegno della crescita", scrive in una nota il Mef senza far trapelare null'altro.

Il nodo, però, resta quello dei risparmiatori truffati. "Questo Governo - ha detto in serata Manlio di Stefano a "Il Confine" su Sky TG24 - sarà ricordato per essere forse il primo che risarcirà i cittadini truffati da alcuni istituti, grazie alla politica compiacente dell'ultima legislatura. Il Ministro Tria sa che deve firmare il decreto il prima possibile. È una norma inserita nella Manovra e lui sa perfettamente che questo è un Governo che ha una guida politica e non può essere vittima di scelte tecniche. Di conseguenza va dato il maltorto a chi l'ha subito". Gli ha fatto eco il ministro Salvini: "Al ministero dell'Economia sono lì che aspettano di capire se possono restituire questi quattrini perché sennò magari l'Europa ci manda una sanzione. L'Europa faccia quello che vuole, quei soldi vanno restituiti agli italiani dalla prima all'ultima lira. Se all'Europa va bene, bene. Se all'Europa non va bene, bene lo stesso". Punto.

Il tutti contro Tria potrebbe dunque risolversi giovedì, anche se non è ancora chiaro in quali termini. Il ministro peraltro è finito nell'angolo, messo sotto tiro dal M5S e dalla Lega (anche) per il "caso Bugno". Tanto che fonti della maggioranza, citate da Lapresse, fanno notare che i due partiti sarebbero pronti a togliere la poltrona al titolare del Mef subito dopo le elezioni Europee. Ovvero quando, e ormai è dato da molti quasi per certo, avverrà una rivoluzione degli equilibri all'interno della compagine di governo. In caso di rimpasto, Tria sarebbe il primo "a saltare".

Un addio che non farebbe stracciare le vesti né al lato leghista della maggioranza né a quello grillino.

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