Gli «unicorni» esistono e vanno a Wall Street per la gioia degli «angeli» che hanno creduto da subito in queste società dell'hi-tech capaci di innovare, (tra i più attivi i fondi Sequoia Capital, Andreessen Horowitz e Khosla Ventures). Non sempre si tratta di operazioni fortunate come dimostra il caso di Snapchat, il più grande debutto in Borsa dal 2014, dai tempi di Alibaba, che ha inizialmente stregato i mercati con una valutazione di 24 miliardi già ridotta nel giro cinque mesi a 16, e di Blue Apron che, in due mesi, ha già visto dimezzarsi la sua quotazione e oggi capitalizza un miliardo.
Nonostante questo, l'entusiasmo per gli unicorni rimane alto. D'altro canto per gli investitori che hanno scommesso da subito sulle start up tecnologiche dalle idee rivoluzionarie, l'approdo sul listino vale oro. Così come per la Borsa stessa e la nutrita pattuglia di consulenti che prepano l'Ipo. Tanto che, secondo indiscrezioni provenienti da Oltre Oceano, il New York Stock Exchange starebbe studiando una «Spotify rule», ovvero un alleggerimento dell'iter burocratico per attrarre sul listino le start up hi-tech che spesso fatturano più di molte blue chip italiane. In tutto i 211 «unicorni» scovati da CB Insights - tra cui non c'è alcun italiano - sono stati valutati 734 miliardi di dollari sulla base delle ultime operazioni di finanziamenti effettuate. Ma visti i multipli di norma riconosciuti alle società innovative, il loro collocamento varrebbe di ancora di più.
La prossima quotazione in vista è l'enorme database di MongoDB, valutato 1,6 miliardi di dollari e partecipato da Intel Capital che, proprio in questi ultimi giorni, ha presentato i documenti per l'Ipo. Ma il mercato attende entro fine anno anche Uber, Airbnb, Dropbox e appunto Spotify. La piattaforma che organizza e gestisce i trasporti tra privati ha ormai raggiunto una valutazione di 68 miliardi di dollari nonostante abbia chiuso l'ultimo esercizio in rosso per 2,8 miliardi a fronte di un giro d'affari di 6,5 miliardi. Occhi puntati anche su Airbnb che è valutata 29,3 miliardi e punta a chiudere l'anno con un giro d'affari di 2,8 miliardi di dollari, ma ha già fissato per il 2020 un obiettivo ben più ambizioso: 3,5 miliardi di utile netto. Quanto a SpaceX (valutata 21,2 miliardi), la società di Elon Musk che promette di portare i passeggeri su Marte, l'attesa degli investitori per una sua futura quotazione a Wall Street è alle stelle. Tra gli unicorni attesi sul mercato ci sono poi Pinterest (valutata 12,3 miliardi) che, grazie ai suoi 175 milioni di utenti attivi mensili, dovrebbe chiudere il 2017 con un giro d'affari di 500 milioni; Dropbox (valutata 10 miliardi) che ha un miliardo di dollari di vendite e, appunto, la svedese Spotify (valutata 8,53 miliardi) che, nell'ultimo esercizio, ha registrato vendite per oltre 3 miliardi e punta all'utile nel 2017. In rampa di lancio anche Reddit (valutata 1,8 miliardi), Buzzfeed (1,7 miliardi), gli editori 2,0 Vice Media (5,7 miliardi) e Vox Media (1 miliardo), la piattaforma di fitness Pelaton (1,3 miliardi) e quella di eventi Eventbrite (un miliardo), e la francese BlablaCar (valutata 1,6 miliardi). In lista, infine, compare JetSmarter (1,5 miliardi), app Usa partecipata dalla famiglia Reale Saudita che permette di trovare aerei con la stessa facilità con cui Uber trova un'auto privata e Coinbase (valutata un miliardo) che è specializzata nelle cripto valute.
Numerosa e di
peso anche la rappresentanza cinese che mira a bissare il successo di Alibaba, tra cui: Didi Chuxing valutata 50 miliardi, Xiaomi (46 miliardi), la fintech Lu.com (18,5 miliardi) China Internet Plus Holdigns (18 miliardi).
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