Ubi Banca accetta di ridurre gli esuberi a 650 addetti (meno delle metà dei 1.578 inizialmente preventivati) ma in buona sostanza tutti i dipendenti del gruppo cooperativo dovranno lavorare 3-4 giorni l'anno senza quasi pesare sul bilancio dell'istituto. L'adesione ai contratti di solidarietà è comunque facoltativa, mentre vige l'obbligo di ridurre drasticamente gli straordinari e di smaltire ferie ed ex festività. Il pacchetto «anti-crisi» di Ubi, non molto distante da quello adottato da Intesa Sanpaolo, è stato firmato ieri alle 15.30 nella sede di via Fratelli Calvi a Bergamo, da azienda e sindacati, con la defezione della Fisac-Cgil. L'ad Victor Massiah centra un risparmio di 100 milioni lordi sul costo del lavoro, in parte effettivo il prossimo anno. L'importo va sommato a quanto atteso dalla riorganizzazione territoriale (40 le filiali destinate a chiudere), dalla sforbiciata alle spese di governance (con taglio dei consiglieri e degli emolumenti) e dalla rinuncia a 71 dirigenti (la metà dei quali demansionati a «quadro»). Per i 650 addetti in eccesso si apre l'accesso diretto alla pensione o, su base volontaria, il prepensionamento lungo lo scivolo del Fondo esuberi: considerando i cinque anni di durata dell'ammortizzatore sociale il bacino potenziale sarebbe di circa 800 addetti. Ubi prevede oneri una tantum per 130 mlioni.
Per i contratti di solidarietà è invece stato fissato un monte massimo di 220mila giornate di lavoro nel triennio 2013-2015, frutto della riduzione degli orari di impiego (compresa la settimana corta) e del relativo salario, poi parzialmente ristorato dal Fondo (60%). Massiah «rottamerà» parte delle macchine aziendali oggi concesse ai dirigenti (per un risparmio perlomeno del 10%) e ridurrà le consulenze. Ubi assumerà poi 240 giovani, inclusa la stabilizzazione di un centinaio di precari, e rinnoverà i part-time. Prevista infine l'ottimizzazione dei «distacchi» in Ubi Sistemi e Servizi, riportando chi ne ha fatto richiesta sotto il tetto della capogruppo, così da annullare i cosiddetti «assegni di mobilità» (pari a 770 euro mensili lordi).
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