Il cda fissato stamattina potrebbe essere la volta buona per Unicredit per definire la partita su Pioneer e avviare l'esclusiva per la cessione del 50% della controllata. In pole position, a quanto pare, corre Cvc (con Gic, il fondo di Singapore), seguito dall'altro private equity in gara, Advent, e dall'unico papabile del settore rimasto in lizza, il Banco Santander. Ma non è mai detta l'ultima parola. Il colosso bancario intanto chiude la seduta poco mosso a 6,26 euro (-0,6%).
Di conferme non ce ne sono. Anzi. Finora Federico Ghizzoni, ad del gruppo, si è trincerato dietro un no comment. E da Piazza Gae Aulenti sottolineano che l'agenda del vertice di stamattina è di routine, pur essendoci spazio per eventuali aggiornamenti nelle comunicazioni da parte dell'amministratore delegato. Ma i tempi stringono e gli osservatori più attenti ritengono ormai che la partita sulla società di risparmio gestito da 180 miliardi di raccolta sia alle battute finali. Da un lato, infatti, le offerte dei contendenti, dopo i rilanci definiti a inizio mese, parrebbero essersi avvicinate all'obiettivo prefissato inizialmente dal top management ovvero a una valorizzazione complessiva dell'attività più vicina ai 3 miliardi di euro (pari a 12,5 volte gli utili attesi a fine 2014) rispetto ai 2,5 miliardi messi sul piatto a fine luglio (e pari a 10,4 volte gli utili. Dall'altro, inizia a delinearsi all'orizzonte l'appuntamento con gli stress test (l'esito deve essere comunicato entro il 4 novembre, giorno in cui la Bce assumerà il ruolo di supervisore unico del settore bancario) e un miglioramento dei ratio di patrimonializzazione potrebbe sempre tornare utile anche a Unicredit che pure, a fine giugno, esibiva un core equity tier 1 ratio al 10,58% (rispetto all'8,8% richiesto da Bruxelles in situazioni di normalità). «Riteniamo probabile la cessione per fine anno della società di risparmio gestito che dovrebbe dare 10-20 punti base di apporto di capitale (Common Equity tier 1 ratio)», scrive in merito Intermonte (che sul titolo ha una raccomandazione a «outperform» e un target a 7,9 euro).
Al di là del mero rafforzamento patrimoniale, gli esperti promuovono l'operazione in quanto porta a Unicredit benefici in termini di semplificazione del gruppo, riduce il profilo di rischio (e quindi i costi) e accelera il ritmo per ulteriori razionalizzazioni.
Senza poi considerare che la cessione del 50%, come osserva Intermonte, «rilancia la stessa attività di Pioneer e gli permette di aumentare l'economia di scala espandendosi in altri Paesi». Sia Cvc che Advent, infatti, puntano all'espansione geografica della società controllata da Unicredit, mentre il Santander ambisce a rafforzarsi nel settore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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