Carlo Cimbri imprime un colpo di freno alla vendita di AtaHotels e delle proprietà immobiliari ereditate dai Ligresti, ma accelera la creazione di un unico polo dell'information technology all'interno della «grande Unipol». La decisione a Bologna è sostanzialmente presa: inutile precipitarsi a cedere asset immobiliari che a oggi sarebbe difficile valorizzare appieno. Meglio attendere, anche in considerazione del ritrovato equilibrio patrimoniale del gruppo dopo la doppia ricapitalizzazione da 1,8 miliardi complessivi.
Il valore degli immobili Fonsai era stato da subito uno dei punti di scontro in sede di fusione, con la compagnia dei Ligresti che dichiarava plusvalenze latenti prossime al miliardo, un valore mai riconosciuto dai consulenti Unipol. Così come non appare facile trovare un acquirente per la controllata alberghiera AtaHotles, già puntellata durante la gestione Ligresti e da sempre in passivo. Malgrado la bufera giudiziaria che ha colpito prima la vecchia Fonsai e poi l'Isvap con l'accusa di falso in bilancio, i 36 «cantieri» e 170 «sottocantierti» avviati da Unipol in agosto per costruire il nuovo gruppo non sembrano al momento aver riscontrato brutte sorprese rispetto alla due diligence. Così come procede il processo di dismissione per riportare il peso di Unipol nel ramo Danni e Auto entro una soglia accettabile per l'Antitrust: sono destinati a finire sul mercato premi per 1,7 miliardi, l'equivalente di quello che sarebbe la settimana compagnia italiana.
Probabile, quindi, che a comprare saranno i big stranieri, a partire da Axa e Allianz che avrebbero già mandato più di un segnale di attenzione per un banchetto che permetterebbe di compiere un reale salto dimensionale in Italia. Cattolica resta, comunque, alla finestra.
Unipol sta ora raggruppando i «compendi aziendali» da cedere e gli analisti scommettono che, oltre alle agenzie «miste» selezionate provincia per provincia, passeranno di mano anche i marchi Liguria, Sasa e Sasa Vita. Bologna cercherà di massimizzare le massime sinergie nel back office, a partire dalla centralizzazione del polo informatico e dalla razionalizzazione dei centri decisionali oggi sparsi tra le sedi di Bologna, Milano, Torino e Firenze. La catena di comando sarà comunque corta, in linea con la decisione di Cimbri di tenere direttamente le redini sia della holding Ugf sia della controllata Unipol-Sai. Tanto che in Fonsai non mancherebbe qualche mal di pancia in vista della costruzione di un'unica squadra di comando in cui, con tutta probabilità, Cimbri tenderà a circondarsi dei propri uomini. L'acquirente è Unipol ma «negli ultimi due anni sono entrati in Fonsai ottimi manager, sarebbe un peccato rottamarli», sottolinea un altro analista.
Da collocare è poi l'ex ad di Fonsai, Emanuele Erbetta, ora impegnato sull'integrazione. I prossimi passi formali sono a fine mese: il rinnovo del cda Fonsai e a novembre quello della Milano, quindi entro metà dicembre i quattro board per la fusione. La nuova realtà avrà efficacia contabile dall'1 gennaio.
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