Varoufakis: "Non escludo il Grexit". L'economista tedesco: "È un irresponsabile"

Il ministro greco: "Sarebbe irragionevole uscire dall'Eurozona, ma non impossibile". Il governo tedesco: "Vogliamo resti un Ue"

Varoufakis: "Non escludo il Grexit". L'economista tedesco: "È un irresponsabile"

All'indomani dell'ennesimo buco nell'acqua delle trattative tra Unione europea e Grecia per risolvere la questione del debito, il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis non esclude ancora l'uscita di Atene dall'Eurozona, nonostante lo stallo della vicenda abbia portato la Borsa di Atene (e tutte le principali piazze europee) a picco.

"Io escludo una Grexit come soluzione ragionevole. Ma nessuno può escludere tutto: io non posso escludere che una cometa impatti la Terra", ha detto al quotidiano tedesco Bild, "Ciò che so è che Frau Merkel, il mio collega Wolgang Schaeuble, io e tutti i colleghi europei abbiamo una grande responsabilità per il nostro popolo: evitare la disgrazia".

Però il ministro continua a rifiutare le proposta dei creditori, chiedendo scadenze più lunghe per il rimborso dei prestiti e una ristrutturazione del debito. "Solo in questo modo possiamo garantire ed effettivamente portare a termine il rimborso di una quota la più ampia possibile di debito", dice, sostenendo che Atene è pronta a rinunciare da subito a ulteriori prestiti e programmi di aiuto se il gruppo di creditori internazionali pur di ottenere la ristrutturazione del debito. "Non vogliamo altri soldi", ribadisce Varoufakis, secondo il quale Berlino "ha già dato troppo". Atene non ha bisogno di nuovi finanziamenti "per salari, pensioni o rimborsi" e un accordo "potrebbe essere firmato in una notte solo se è presente anche il cancelliere Merkel". Il nuovo piano di austerità chiesto dai creditori, però, non va bene: "Appartiene al passato", dice, "Non si scappa: dobbiamo fare tabula rasa e ricominciare da capo. Il nostro problema con l’Iva è che non siamo in grado di aumentarla, ma un aumento al 23% dell’aliquota farebbe affluire ancora meno Iva nelle casse dello Stato".

"Noi vogliamo che la Grecia resti nell’Eurozona", ha il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, mentre il portavoce di Jean Claude Juncker, ha detto che il presidente della Commissione Ue era "deluso" dopo aver fatto "un ultimo tentativo di trovare una soluzione", ma che resta "pronto ad impegnarsi 24 ore al giorno e 7 giorni su 7" per altri negoziati.

"Mi sembra inevitabile che scattino ad Atene i controlli sui capitali", dice però a Repubblica, l'economista tedesco Daniel Gros, "Questa scadenza era stata così caricata di aspettative che il nulla di fatto avrà ripercussioni pesanti sui già provatissimi greci. Chi ha soldi in banca si presenterà per ritirarli ma verrà respinto, magari con qualche scusa. Il governo di Atene non si è mai fatto carico delle sue responsabilità. Varoufakis ha annunciato trionfante un surplus nei primi cinque mesi di quest’anno. Ma questo surplus si raggiunge solo non pagando i fornitori, risparmiando su investimenti essenziali, inserendo all’attivo voci straordinarie del tutto teoriche. I conti greci sono oscuri, complicati e poco trasparenti, al punto che i veri numeri non li sanno neanche loro. E c’è il rischio che non abbiano più i soldi per le spese correnti, salari e pensioni. Ma asseriscono con fierezza che non alzeranno l’Iva e le pensioni non le toccheranno. Su quali basi pensano di raggiungere l’accordo?".

Ma le parole di Varoufakis, che per la prima volta parla apertamente di Grexit, hanno portato a picco le principali Borse europee. Chiusura di seduta in netto calo per la Borsa italiana: l’indice Ftse Mib segna un ribasso del 2,40% a 22.328 punti, mentre l’All Share cede il 2,45%, mentre lo spread, salito anche a 160 punti, ha chiuso a 151 punti base. Il fantasma dell’uscita della Grecia dall’euro sembra materializzarsi di giorno in giorno, con tutti i round negoziali che puntualmente si concludono con un nulla di fatto; difficile che vi siano ora novità alla riunione dell’Eurogruppo il 18 giugno. Poco ha potuto il presidente della Bce, Mario Draghi, che nella sua audizione oggi ha affermato che vi sono gli strumenti per gestire al meglio l’eventuale default.

Chiusure negative per tutti i listini europei, con l'indice Ftse100 di Londra che cede l'1,10% a 6.710,52 punti, il Dax di Francoforte che lascia l'1,89% a 10.984,97 punti e il Cac40 di Parigi che mostra un calo dell'1,75% a 4.815,36 punti. A Madrid l'indice Ibex arretra dell'1,71% a 10.842,1 punti.

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