Per Windjet la fine è sempre più vicina

La Livingston di Toto potrebbe farsi avanti solo una volta commissariata la compagnia. Indagine Ue su Ryanair

Per Windjet la fine è sempre più vicina

Il silenzio che ieri ha contraddistinto la giornata di Windjet è eloquente: dimostra con evidenza come la fase della compagnia sia delicatissima e come un salvataggio sia questione molto ardita. Il presidente Antonino Pulvirenti aveva anticipato, qualche giorno fa, che mercoledì - ieri, appunto - avrebbe svelato il suo piano. Qualcuno si era anche esercitato su possibili trattative in corso, azzardando dei nomi; ma ieri, appunto, niente è stato comunicato.

Riepilogando: la compagnia (242 milioni di fatturato e 140 di debiti) non ha più asset da vendere (i 12 aerei sono stati ripresi dai lessor proprietari), non ha credito, possiede solo degli slot e delle rotte, che in questo momento sono anch'essi congelati dall'Enac. Come salvatore si è fatto, nelle ultime ore, il nome di Riccardo Toto, figlio di Carlo, e oggi proprietario della Livingston (pochi mesi di attività, cinque aerei di medio raggio). Ma proprio Toto acquisì la Livingston dal commissario liquidatore, per un euro simbolico. Questo può essere il modello: un passaggio di proprietà attraverso un commissariamento. Anche al ministero sembra questa la via da seguire.

Se per 133mila persone sino a fine ottobre tutto ciò significa disagi e biglietti in fumo (la stima è stata fatta ieri dall'Enac, ed è ben lontana dai 300mila più volte ripetuti nei giorni scorsi), per i 504 dipendenti della compagnia è un vero dramma, e il personale in difficoltà, comprendendo l'indotto, potrebbe anche raddoppiare; solo nella società di handling di Catania sono a rischio 170 posti.

Tra le voci circolate in questi giorni, qualcuno ha ipotizzato anche un interessamento da parte di Ryanair. Ma la compagnia irlandese ha altri grattacapi in Italia, ai quali Panorama, in edicola oggi, dedica ampio spazio. Il suo modello di business oggi comincia a scricchiolare. A Bruxelles sono stati aperti dei fascicoli per capire se quei finanziamenti costituiscano aiuti di Stato. Due paradossi: i cittadini che non volano si trovano a finanziare i biglietti di chi va in vacanza; e finora non si era mai visto che degli (eventuali) aiuti di Stato venissero erogati a soggetti non nazionali. Perdipiù Ryanair in Italia ha due contenziosi aperti: uno con l'Inps, per evasione contributiva (la compagnia paga i contributi in Irlanda, dove costano meno) e con la Guardia di finanza per evasione fiscale.

Frattanto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, si appresta a varare, entro l'anno, un riordino degli aeroporti nazionali.

Un'operazione sacrosanta, che viene colpevolmente rinviata da più di dieci anni: forse una maggiore responsabilità in questo senso dei precedenti governi avrebbe scongiurato lo strapotere di Ryanair ed evitato disastri come quello di WindJet.

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