«Egregio signor Milani lei è un assassino»

Così i piccoli lettori scrivono a uno dei maggiori autori per ragazzi e grande firma del «Corrierino»: «Uccide i suoi personaggi. Vada all’inferno. Addio»

Per molti è l’autore di romanzi al limite tra realtà e fantasia (dal più celebre, Fantasma d'amore, è stato tratto un film per la regia di Dino Risi, con Marcello Mastroianni e Romy Schneider), per altri il giornalista che per anni ha redatto La realtà romanzesca sulla Domenica del Corriere, per altri ancora lo storico, appassionato in particolare di Garibaldi e del Risorgimento. Per i più, però, il suo nome è certamente legato ai ricordi d’infanzia. Mino Milani è infatti celebre soprattutto per i suoi racconti per ragazzi, che scrive con identica passione da cinquant’anni e più. Un vecchio manoscritto ritrovato di recente nel fondo di un cassetto reca la data del 1942: quando Milani aveva solo 14 anni e si tratta del suo primo romanzo d’avventure: tra Jack London e i film d’azione degli anni Trenta. Autore e sceneggiatore di fumetti, ha collaborato con Mario Uggeri, Hugo Pratt, Dino Battaglia, Sergio Toppi.
Le carte di Mino Milani sono state da poco donate dall’autore al Fondo Manoscritti di Autori Moderni e Contemporanei dell’Università di Pavia. E, divisi per argomenti, sono in attesa di riordino per essere poi aperti alla consultazione. Come sempre, è affascinante frugare tra le carte di un autore: dattiloscritti originali, epistolari, contatti editoriali, ritagli di giornale.
Alcune cartelle, però, hanno attirato più di altre l’attenzione. Si tratta delle lettere (quattro faldoni in tutto) che negli anni Milani ha ricevuto dai suoi lettori. In particolare dai ragazzi. Il dialogo con i lettori è essenziale per ogni scrittore. In fondo è proprio il fine principale della scrittura: arrivare agli altri, suscitare emozioni e instaurare un «dialogo» che generalmente ha vita sulle stesse pagine del libro, ma che a volte può anche realizzarsi in un reale scambio di opinioni. E poi i ragazzi, si sa, sono i lettori più vivaci, più curiosi. Anche i lettori più forti (la lettura è molto più diffusa tra i giovani che tra gli adulti) e più esigenti. E hanno ragione: attraverso i libri scoprono il mondo.
Mino Milani ha cominciato a scrivere per i ragazzi sulle pagine del Corriere dei piccoli ed è su questo storico periodico che hanno visto la luce i suoi personaggi più popolari: Tommy River, innanzi tutto, e, più tardi Efrem.
Già, Tommy River: il cow boy triste e pensieroso. Rispettoso degli indiani e della loro cultura in anni in cui Soldato blu era ancora di là da venire. Un eroe che non amava ricorrere alla pistola, ma che cercava di capire quello che gli stava intorno. Dalle pagine del Corrierino, magistralmente illustrate da Mario Uggeri, ai romanzi: e Tommy River diventa protagonista di una saga che comprende ben otto volumi. E alla fine l’eroe non esce vittorioso, trionfante, ma accetta dolorosamente la sua rassegnazione. Milani, infatti, non ha paura del finale tragico. Molti dei suoi libri si chiudono con la morte o con la sconfitta del protagonista. E i ragazzi, anche se dispiaciuti, accettano, perché capiscono che così è la vita.
Quello che fa di Milani uno dei maggiori autori per ragazzi è il rispetto con cui si rivolge al suo pubblico. L’infanzia non è un mondo a parte popolato da creature «minori». È il primo stadio dell’essere uomo. E i ragazzi sono in grado di capire il bene e il male, l’emozione e l’avventura, ma anche la paura e il dolore. E la passione per la storia, per la mitologia sono diventati sotto la sua penna la rivisitazione di momenti anche tragici del nostro passato, come di personaggi dal destino funesto. Dall’antica Grecia al Medioevo, fino alle guerre mondiali e ai più recenti temi dei nostri tempi.
Si diceva del dialogo con i lettori. Con i bambini. Sfogliando le lettere pervenute a Milani, si scopre tutto un mondo che negli anni si è trasformato, modificato, ma che sempre ha partecipato con emozione alle avventure dei personaggi. A volte si sente la mano dell’insegnante che guida quella, ancora poco sicura, dei ragazzi, ma le idee sono chiare: i ragazzi sanno cosa vogliono dire: «Un libro che ci ha colpito in modo particolare è Un angelo, probabilmente che ci fa conoscere e riflettere sulla crudeltà della guerra dei nostri tempi, combattuta in Africa o chissà dove...»; «Ho letto La storia di Dedalo e Icaro e mi è piaciuto perché è pieno di personaggi mitologici e di avventura. Però il finale non mi è piaciuto molto perché Icaro muore lasciando il padre solo»; fanno confidenze: «È la prima volta che leggo un libro che mi piaccia veramente e questo me lo ricorderò per molto tempo»; vogliono conoscere: «Quando sei libero come passi il tuo tempo, hai degli hobbies? Ti piace il cinema, il teatro, la musica? Sappiamo che ti piacciono gli animali perchè li ritroviamo nei tuoi libri e poi perché ti abbiamo visto in foto con un gatto». Alcune lettere racchiudono esse stesse delle storie, portando alla memoria romanzi reali vissuti dai nostri connazionali: «Egregio Signore, siamo due ragazzetti, uno di 11 ani e l'altro di 9 anni emigrati in Brasile quando ne avevamo appena 4 e 2 rispettivamente nel 1950, e nulla ricordiamo di Milano, neppure i piccioni di piazza del Duomo che la mamma ci dice che rincorrevamo con tanto entusiasmo come gli altri bambini. Abbiamo imparato a conoscerla attraverso i bellissimi racconti del Corriere dei Piccoli. E siamo tanto entusiasti che appena arriva il giornalino, il primo autore che cerchiamo è lei».
Milani ha sempre amato incontrare i suoi lettori, rispondere alle loro domande, avviarli al piacere della lettura, e questi incontri lasciano un segno: «Caro professore, lei mi è molto simpatico, perché quando sono arrivato ho visto che lei non portava la cravatta, ma le Reebok e un maglioncino azzurro». Ma non sempre si può essere simpatici...

ed ecco un lettore che non è proprio riuscito a mandar giù il tragico finale di Efrem, il giovane costretto ad arruolarsi nelle file del capitano di ventura Giovanni Acuto: «Egregio Signore, prima lei fa morire Bianca Francino, poi fa morire Efrem, perciò lei è un assassino. Tra tanti finali lei ha scelto il peggiore. Vada all’inferno, non comprerò più il Corriere dei Piccoli. Addio».

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