Come mai il più ricco latifondista di un piccolo paese siciliano, don Vittorio Decòmini barone di Torrefosca, si candida per la Sinistra a dieci giorni dalle elezioni comunali? La notizia, incredibile, corre di bocca in bocca fino a raggiungere il sindaco in carica. Rappresentante della destra da molti anni, don Emanuele Cicoriello non si sarebbe mai aspettato di competere con un avversario tanto potente e la battaglia elettorale che si scatena fra i due è il tema sviluppato da Ettore Maria Negro in Legno dulivo (Carte Scoperte, pagg. 176, euro 13,50) un romanzo ricco dironia, dote sempre più rara nel nostro panorama letterario.
Suddivisa in capitoli brevi come gli atti di una commedia, la storia procede per colpi di scena fino allevento più importante dellanno, la processione di SantAntonio. La sacra manifestazione, nel clima preelettorale, diventa motivo di competizione fra i due contendenti, una gara senza esclusione di colpi che comporterebbe addirittura due statue del Santo, due bande, due spettacoli pirotecnici. Ma don Vittorio è ricchissimo e per conquistare voti potrebbe permettersi unorchestra, una statua più bella, fuochi artificiali sfarzosi, finché il prefetto, temendo disordini di piazza, non autorizza la processione.
Gli elettori, sorpresi dalla candidatura, si chiedono che cosa abbia spinto un conservatore ricchissimo, banchiere, nobile, indifferente alla politica per tutta la vita, ad allearsi con braccianti e mezzadri. E la moglie, Evelina di Bedabelviso, non capisce perché il marito le imponga di festeggiare le nozze dargento non con i soliti amici ma con i rappresentanti della sinistra. A far schierare don Vittorio a sinistra non è stata unimprovvisa simpatia politica o una meditata scelta ideologica ma lostinazione di don Cicoriello che gli ha sempre negato la concessione edilizia per alcuni terreni.
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