Elezioni: giudici precettati

A costo di precettarli, dovranno lavorare - causa post-elezioni - dal 13 al 20 aprile, Pasqua e lunedì dell’Angelo compresi. La Commissione elettorale regionale ha chiesto al presidente della Corte d’appello di Milano, Giuseppe Grechi, un rinforzo di «almeno 60 magistrati» nella fase post-elettorale che riguarda le votazioni al Senato in Lombardia. L’istanza, prima in Italia, è stata firmata poco più di dieci giorni fa dal presidente della Commissione, Domenico Urbano, e a sua volta «girata» al presidente reggente del tribunale, Giuseppe Tarantola. Peccato che, almeno fino a ieri, nessuno dei giudici milanesi si sia offerto come volontario. Salvo inversioni di tendenza, probabilmente si ricorrerà a una sorta di precettazione, pescando tra le toghe più giovani e tra gli uditori giudiziari.
Urbano, nella richiesta, ricorda che per le elezioni al Senato la legge elettorale ha soppresso gli uffici circoscrizionali che facevano capo ai tribunali dei capoluoghi di provincia, facendo ricadere la mole di lavoro della fase del dopo voto - dalle ultimazioni degli scrutini incompleti all’esame delle schede contestate e provvisoriamente non assegnate ai verbali di oltre novemila seggi sparsi nella regione -, esclusivamente sull’ufficio elettorale regionale. Composto dal giudice Urbano e altri quattro colleghi che difficilmente riuscirebbero a terminare in tempo tutti i controlli, visto che la convocazione del nuovo Senato è fissata per il 28 aprile.

«Le schede contestate e non assegnate - spiega Urbano nella richiesta - saranno non meno di 3mila. Schede su cui dovranno decidere collegi composti da 5 magistrati». Assegnando a ciascun collegio circa 300 schede, «qualora fosse disposta l'aggregazione di 60 magistrati», il lavoro si chiuderebbe in 8-9 giorni.

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