A migliaia per lestremo saluto ai due piloti elicotteristi precipitati a Santa Palomba. Una camera ardente, quella allestita ieri pomeriggio nellhangar riservato al reparto volo della polizia di Stato, gremita di gente: parenti, amici, colleghi del dirigente di ps, il comandante Giovanni Liguori e lispettore capo Eliano Falivene, 50 e 46 anni. Dopo lautopsia, eseguita dal professor Claudio Arcuri allIstituto di Medicina Legale di Tor Vergata, le salme sono state messe a disposizione dei familiari per i funerali di Stato che avverranno questa mattina nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, in piazza della Repubblica.
Commozione, certo, ma anche dure polemiche sul drammatico incidente avvenuto martedì pomeriggio nelle campagne attorno la zona industriale di Pomezia, in località Monachelle. Fra tutte quelle dellAssociazione nazionale funzionari di polizia. «La flotta aerea della polizia è costituita da 63 elicotteri - si legge in una nota dellAnfp - di cui 34 bimotori e 18 aerei leggeri. Undici elicotteri hanno oltre 30 anni di servizio, 15 tra i 20 e i 30 anni, 30 elicotteri e 10 aerei hanno tra i 10 e 20 anni di operatività, solo 7 elicotteri e 8 aerei hanno meno di 10 anni di volo. Per la manutenzione è disponibile mediamente il 40 per cento dellintero parco a causa della vetustà dei mezzi stessi e delle ore di volo raggiunte. I Reparti dellAeronautica militare dedicano in media il 70 per cento delle ore di volo alladdestramento, quelli della polizia il 30 per cento causa tagli di questi ultimi anni».
In particolare il mezzo utilizzato durante il tragico «volo a due», un Agusta Bell 206 bipala, AG206, aveva il motore ancora acceso quando il pilota delleliambulanza del 118 è entrato nella cabina semidistrutta nellimpatto. Nessun allarme lanciato alla torre di controllo dellaeroporto militare di Pratica di Mare da dove era decollato, segno che il velivolo ha perso quota in pochi istanti. Ovvero in una manciata di secondi durante i quali Liguori e Falivene avrebbero fatto davvero limpossibile per evitare limpatto. Che i due, impossibilitati a riprendere quota, avessero provato a compiere un atterraggio demergenza lo dimostrano i pattini dellAgusta, i primi a finire a pezzi nel disperato tentativo di ridurre al minimo lo schianto al suolo. Secondo una prima ricostruzione dei periti delle tre commissioni dinchiesta aperte dal Ministero dellinterno, dallAeronautica militare e dalla Procura di Velletri, lAG 206 avrebbe toccato violentemente terra dopo una picchiata di cinquanta metri, poi si sarebbe schiantato con la parte anteriore, quella della cabina di comando, infine avrebbe urtato con la coda.
Intanto prosegue il lavoro dei tecnici fra i rottami ancora sul posto. Da chiarire ancora le cause esatte dellincidente costato la vita ai due esperti piloti, magari con laiuto della «scatola nera» che avrebbe registrato le loro conversazioni negli ultimi istanti di vita.
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