Elio, una predica alla Celentano ma l’inferno è solo per Formigoni

(...) che stanno nascendo a Milano saranno circondati da enormi parchi che la città una volta se li sognava, restando per decenni ferma allo storico Sempione. Ed Elio, invece, forse invidioso della fama di Celentano e magari dei soldi incassati da Beppe Grillo a suon di campagne alla Savonarola, si riscopre ecologista tutto d’un pezzo. E con qualche mese di ritardo, si affanna a inviare a Roberto Formigoni e Giuliano Pisapia addirittura un «appello per salvare Milano». Preannunciando, in caso di mancato ascolto, l’inferno per il cattolico Formigoni e non, chissà perché, per Pisapia. Che, forse, è diventato un buono a prescindere anche se sull’Expo sarà proprio lui a dover pronunciare parole decisive. Materia del contendere gli «orti planetari con le coltivazioni di tutto il mondo» di cui ormai sono convinti soltanto l’architetto e assessore Stefano Boeri ed Elio. Perché tutti hanno ormai capito come un’Expo basata sulla coltivazione di pomodori e melanzane non possa proprio far muovere verso Milano i 30 milioni di visitatori che farebbero della manifestazione un successo e non un clamoroso flop. Perché le melanzane sono le stesse in Spagna e in Italia. E tutto sommato interessano poco. Come ha appena dimostrato Shanghai, dove la gente faceva code infinite per ammirare il Grana e la Ferrari e non le piantine di riso. Elio parla di «supercementificazione fatta con la scusa dell’Expo» di cui Formigoni (e chissà perché solo lui) diventerebbe responsabile. Ma a bocciare la piantumazione di cotone e caffè è arrivato da Parigi un arbitro insospettabile e forse il maggior esperto di esposizioni universali come il segretario generale del Bie Vicente Loscertales. Avesse letto i giornali, Elio avrebbe scoperto che l’ad di Expo Giuseppe Sala ha garantito che con il nuovo progetto il verde sarà ancora di più. «Ma chi ci guadagna?», si chiede Elio?.

Magari qualche giovane coppia che grazie all’edificazione post Expo riuscirà ad avere una casa a prezzo accettabile. Ci sono i referendum, arringa Elio, uno dei quali chiede di mantenere il grande parco. Se ne parlerà lunedì prossimo in un consiglio straordinario a Palazzo Marino. Un bel banco di prova per Pisapia.

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