Elisabetta Canori Mora

Nacque a Roma nel 1774, figlia di un ricco possidente. Ma cattive annate e insolvenze dei creditori ridussero drasticamente il tenore di vita dei Canori, tanto che fu giudicato un colpo di fortuna il matrimonio della bellissima Elisabetta col ricco avvocato Cristoforo Mora. Ebbero quattro figli, di cui due morirono quasi subito. Il bel matrimonio fece prestissimo a trasformarsi in un incubo, con lui che tradiva la moglie apertamente e anche con le sguattere. La vita dispendiosa del Mora, unita a speculazioni sbagliate, portò al tracollo e la povera Elisabetta dovette vendere anche il suo abito da sposa. Il padre la riprese in casa con le due bambine, mentre il marito veniva a trovarla quando ne aveva voglia. Elisabetta si ammalò e dovette mettere la più piccola a balia. Quando andò a riprenderla, la bimba era sudicia e denutrita. Elisabetta si ammalò di nuovo, e questa volta seriamente. Si riprese, ma cominciò l’ostilità della famiglia di lui, che le dava la colpa dei traviamenti del marito. Eppure, santa donna, fu lei ad assistere il suocero malato e morente, sebbene fosse proprio quest’ultimo a darle la croce addosso. Intanto proseguiva la parabola economica discendente e ogni volta si doveva cambiare casa, in appartamenti sempre più piccoli. Cristoforo divenne violento: una volta cercò perfino di uccidere la moglie. Tra l’altro, erano anche tempi bui: l’invasione napoleonica, due papi deportati, la Repubblica giacobina. Solo quando morì, nel 1825, il marito si rese conto di cosa avesse perso. Come lei gli aveva profetizzato, si fece sacerdote francescano.
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