È un mercato al limite di una crisi di nervi e il segnale più inquieto arriva da Londra, ci riguarda relativamente ma spiega il grado di esaurimento a cui si è arrivati. È successo che un fotografo abbia sorpreso Carlos Tevez nei pressi di un pub mercoledì notte a Londra. Scatta, ingrandiscono la foto e scoprono che l’argentino ha un cerotto sul braccio destro, proprio nel punto dove in genere viene fatto il prelievo del sangue. Si fanno due conti: Tevez è stato a Manchester e ha fatto le visite mediche per lo United, è fatta.
In effetti Tevez quel giorno era stato a Manchester, lo ammette lo stesso David Gill, direttore generale dei Red devils, e proprio a Carrington sede degli allenamenti. Ma poichè il West Ham proprietario del cartellino di Tevez non ha autorizzato le visite mediche del giocatore, si presume che ci sia almeno un minimo di discrezione, non certo che dopo una decina di ore dal prelievo, Tevez sia in giro con una t-shirt e un cerotto sul braccio. Comunque gran confusione fra West Ham, Manchester e Kia Joorabchian, titolare della Msi che detiene, forse, parte del cartellino dell’argentino. Si attende l’arbitrato della Fifa per capire cosa stia accadendo, non solo per un cerotto, ma anche.
Da noi il tormento Chivu è al primo posto assoluto, ora si valutano anche i sospiri del romeno, giovedì festa degli ottant’anni è la data spartiacque: «Se all’anniversario della Roma ci sarà anche Cristian allora vuol dire che resta - commenta il suo entourage -, altrimenti va all’Inter». Ancora ieri Luciano Spalletti, alla vigilia dell’amichevole con il Bayer Leverkusen, ha parlato del romeno difendendolo ma mettendogli anche nuova pressione: «Ha il 50 per cento di possibilità di rimanere. Io so che lui vorrebbe che lo mettessero nelle condizioni per potersi esprimere al meglio ma per farlo avrebbe bisogno di un contratto. Questo lo farebbe stare più tranquillo». Frase da paura, come dicono a Roma, perchè Chivu un contratto ce lo ha già, scade fra un anno e non vuole rinnovarlo. Il romeno ha commentato con amarezza la contestazione del Flaminio: «Non è stata una giornata felice e sono cosciente del motivo». Se entro giovedì questa situazione non si sblocca, scoppia una lite atomica, questa è la voce che gira per Roma. Chivu è realmente amareggiato e Spalletti senza un progetto sarebbe imbarazzato ad utilizzarlo: «Se resta e non firma, vedremo», ha risposto a precisa domanda.
Ufficialmente le due società non si parlano, ma tutto è stabilito: 14 milioni e una contropartita tecnica che prima era Grosso, poi è diventato Obinna e ora sembra Andreolli. Sfinimento galattico.
Lo stress dà sintomi imprevedibili e reazioni incontrollate, ieri fonti vicine al Barcellona raccontavano che appena rientrato da Porto Alegre, Ronaldinho avrebbe ricevuto tramite il fratello procuratore una proposta di 125 milioni di euro per venire a giocare in Italia. È la somma necessaria per la rescissione del suo contratto. Sarebbe una operazione da 225 milioni di euro, tenendo conto dell’ingaggio al calciatore: una pura follia.
Ma anche i due madridisti Fabio Cannavaro e il Puma Emerson, deragliano. Il capitano della nazionale azzurra dopo aver capito che con la Juventus non c’era storia ha fatto sapere che non ha mai pensato veramente di rientrare in Italia: «Resto al Real e voglio vincere l’unico trofeo che mi manca, la Champions». Il brasiliano invece dopo essere stato messo nella riga dei cedibili ha spiegato che meglio del Milan in giro non c’è niente: «Mai un lamento, mai una polemica - ha detto Emerson -. La loro è una organizzazione perfetta», offrendosi indecorosamente ai campioni d’Europa. E poi anche all’Inter.
Cerotti, esaurimenti, rivalse, offerte, mercato di chiacchiere, solo il Livorno del dopo Lucarelli ha sostituito il suo idolo con Diego Tristan, bomber vero e altrettanto stagionato.
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