Washington«La Luna non è più interessante, dobbiamo andare su Marte». Messaggio chiaro e forte. Firmato proprio dai tre astronauti che 40 anni fa hanno regalato la luna agli americani. Nel giorno dellanniversario dello sbarco sono stati ricevuti alla Casa Bianca dal presidente Barack Obama e hanno spiegato quale dovrà essere lorizzonte: la nuova frontiera è il pianeta Marte.
Peccato solo che la cosa faccia a pugni con il piano decennale della Nasa decisa a tornare sul nostro satellite entro il 2020 e a mettere in deposito entro la fine del 2010 gli Shuttle. Il velivolo Orion che dovrà sostituire le attuali navicelle spaziali non sarà pronto per il lancio per almeno cinque anni durante i quali gli astronauti americani useranno i velivoli spaziali russi Soyuz.
Roba superata per Neil Amstrong, Buzz Aldrin e Micheal Collins che hanno definito la luna come un «vecchio cappello». Per le future conquiste della spazio, hanno spiegato, servono nuove tecnologie e sostanziosi investimenti. Allo Smithsonian National Air and Space di Washington, dove hanno tenuto una conferenza prima della Casa Bianca, Neil Armstrong ha parlato dell'Apollo 11 per soli 11 secondi poi ha ha spiegato ai 485 presenti scoperte e invenzioni che hanno portato all'allunaggio. Buzz Aldrin, il secondo uomo a mettere piede a sulla luna, («ma il primo ad averci fatto pipì... ») ha detto che «il miglior modo per onorare la nostra impresa è continuare senza paura con nuove esplorazioni». La luna, ha poi spiegato mostrando un vero e proprio studio scientifico, va usata come base per raggiungere Marte: «Meritiamo di fare molto di più che lasciare delle impronte sulla luna. Marte? Yes we can... » ha scherzato parafrasando Obama.
Micheal Collins, che rimase a bordo mentre Armstrong e Aldrin facevano la passeggiata del secolo ha commentato: «Spesso mi trovo a pensare d'essere andato nel posto sbagliato. Marte è sempre stata la mia meta favorita e lo sarà per sempre. Vorrei tanto che l'America puntasse al pianeta rosso con lo stesso impegno con cui il presidente Kennedy puntò alla luna».
La Nasa una base permanente da cui lanciare ulteriori lesplorazioni su Marte ce lavrebbe anche, ma il programma Constellation da cenotcinquanta miliardi di dollari è in forte dubbio a causa dei tagli al bilancio. E in questi tempi di crisi non si può chiedere la luna.
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