Gli errori di Boselli sulla Chiesa

Stefania Craxi

I fischi del loggione di Parma sono niente a fronte dell’accoglienza ricevuta dal povero Boselli dopo la sua proposta di revisione dei nuovi Patti concordatari. Da questa accoglienza si può dire che l’opera di Bettino Craxi ha vissuto la giornata di gloria che la gelosia della Democrazia cristiana, di Spadolini, dei comunisti scornati sull’articolo 7, e il timore della Chiesa di aver venduto per un piatto di lenticchie importanti privilegi in materia matrimoniale e di insegnamento, gli aveva negato all’indomani della storica firma in Vaticano.
Bisognava vederla la trasmissione di Otto e mezzo, dove è stato consumato il reato, con Giuliano Ferrara a propinare sornione domande scottanti, con la volpe Pannella pronto a scansare ogni colpa (è giunto a negare ogni responsabilità dei radicali nella scelta anti-nucleare rovesciando tutto sui socialisti) e il malcapitato Boselli, con la sua aria da bravo ragazzo e il suo vocabolario da quinta ginnasio spiegare pacatamente che proprio l'abolizione del regime concordatario no, ma la sua revisione sarà uno dei punti principali del programma che i radical-socialisti proporranno a Prodi.
Ha anche motivato la richiesta: l'otto per mille, i tre miliardi di euro (che poi sono due) che lo Stato passa ogni anno alla Santa Sede sono un lusso che le nostre finanze non si possono permettere; e tanto meno i mille miliardi (di vecchie lire) per l’insegnamento nelle scuole. Insomma, uno show in piena regola di un neofita del più intransigente laicismo.
All’indomani della firma dei nuovi Patti Concordatari l’editore Rusconi ha pubblicato un prezioso libretto, La Chiesa galassia e il nuovo Concordato, che metteva a confronto tre cattolici di diversa estrazione: Luigi Accattoli, vaticanista del Corriere della Sera, anticoncordatario, per la Chiesa della povertà e della predicazione; Giuseppe De Rita, sociologo, segretario generale del Censis, che cercava nei segni del presente il possibile futuro della Chiesa: la galassia, mille, centomila, un milione di Chiese che sarebbero nate nell’animo degli uomini qualunque fosse stata l’organizzazione vaticana (quello che appunto sta avvenendo). Infine Gennaro Acquaviva, uomo di mondo, artefice non secondario dei nuovi Patti, che stando al concreto ne elencava i vantaggi: la conciliazione dell’essere cattolico con la Costituzione italiana (la fine del vulnus, della ferita aperta dall’art. 7 nella Costituzione); la fine della religione cattolica come religione di Stato e la parità (anche economica) con tutte le altre confessioni religiose; l'intesa tra Stato e Chiesa di cooperare per il bene degli italiani: quanto all’otto per mille, esso in realtà sostituiva la vecchia e avvilente «congrua», lo stipendio che lo Stato passava mensilmente ai parroci per le funzioni che essi esercitavano a favore delle popolazioni locali. Da notare che del plus, se c’era un plus, avrebbero beneficiato tutte le confessioni, come ormai ben sanno tutti i cittadini italiani quando firmano la dichiarazione dei redditi.
Bettino era un laico e per affermare la laicità dello Stato non esitò ad assumersi la responsabilità di esautorare la commissione ad hoc che da anni trascinava avanti la questione, senza arrivare a concludere, e di riservare a se stesso l’onere di raggiungere l’accordo. E che fosse un sincero laico, e non un laicista che fa del laicismo un’ideologia e una professione, lo dimostrò quando i comunisti, che non avevano osato aprire bocca sull’accordo, tentarono la rivincita cercando di far sparire dalle scuole l'ora di religione. Bettino intervenne, disse che l’ora di religione, facoltativa, andava inserita nel quadro orario delle diverse materie; e nessuno parlò più.
L’Italia è un Paese cattolico. Si stanno scrivendo articoli, saggi, libri sul fenomeno di un’avanzata secolarizzazione che sta cedendo il passo a una ripresa dei valori religiosi. Io credo che, almeno in Italia, il fenomeno abbia una spiegazione molto semplice: in una società che sta perdendo progressivamente tutti i suoi valori (della Patria, della famiglia, della solidarietà, dell’amicizia e via dicendo); dove impera il denaro, il mercato, il successo, il divismo, l’egoismo, la profezia di De Rita - la Chiesa che nasce nei cuori - non può meravigliare.
Prendere oggi di petto la Chiesa è quanto di più inattuale e insensato si possa immaginare. Noi viviamo in uno Stato laico e l’affermazione che uno Stato concordatario non può essere laico è più un sofisma che una verità. Più che a fronte della Chiesa, lo Stato italiano dovrebbe far valere la sua laicità a fronte delle mille ingiustizie, disparità, inefficienze che ne intralciano la vita; a fronte delle corporazioni, dei privilegi, delle malversazioni, della malavita che quotidianamente la offendono.
Caro Boselli, hai sbagliato con i Verdi, con la Margherita, con Prodi, con il Listone, con i Ds. Con Pannella ti andrà anche peggio. Vuoi un consiglio? Fidati ancora delle lezioni di Bettino.

È scomparso da cinque anni ma i suoi occhi vedono ancora più lungo di tutti.

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