Esperti al lavoro contro i pollini Già pronto il parco anti-allergico

Il primo giardino è già pronto, il destino del secondo, invece, è nelle mani e (nelle tasche) dei milanesi. Con l’arrivo della primavera, che per la tradizione meneghina prende il via oggi, riaffiorano i primi sintomi delle allergie ai pollini, alle betullaceee, alle graminacee.
Da domani, però, per chi soffre di questi disturbi ma non vuole rinunciare a un raggio di sole, c’è un rifugio sicuro da raffreddori e congiuntiviti, se non, nei casi più gravi, da attacchi di asma: il primo parco anallergico della città. Per essere precisi si tratta di una piazza in zona Giambellino, che è stata arricchita di piante completamente innocue per chi è sensibile ai pollini. Merito dell’assessore alla Salute del Comune Gianpaolo Landi di Chiavenna e dell’iniziativa «Milano Allergy free - Milano Dona un albero». Ma la piazza è diventata realtà grazie soprattutto alla generosità dei milanesi che hanno adottato una pianta, regalando una zona franca a chi è affetto da allergie a pollini.
Presto a nord est della città, nei dintorni di Lambrate, potrebbe sorgere anche un’altra oasi di pace per chi soffre di allergie ai pollini, ma il suo destino dipende appunto dalla generosità dei cittadini.
Sempre domani alle 18 nell’Aula magna dell’Università degli Studi (via Festa del perdono 7) si alzerà il sipario su «Casi clinici in scena», la pièce, a cura del gruppo Sagome Teatro, di informazione medico e divulgazione scientifica. A seguire la Direttrice di Pediatria 1 dell’Ospedale Maggiore Policlinico Susanna Esposito, e gli allergologi Elide Anna Pastorello, Valerio Pravettoni e Mario Previdi aiuteranno il pubblico a conoscere le allergie, sia quelle verso i pollini, sia quelle che si nascondono all’interno delle case, verso le polveri (ricche di funghi, batteri, acari) o alcune piante.
Con i loro studi gli esperti di via Sforza hanno anche scoperto che esiste una importante correlazione tra l’allergia ai pollini e quella verso alcuni alimenti vegetali. L’esperimento del centro di Allergologia Ambientale della fondazione Policlinico è durato due anni e ha coinvolto quasi 400 pazienti: tra aprile e maggio 2009 sono state visitate 322 persone, con un età media di 30,5 anni, affette da allergia a pollini, di cui il 62,7% sensibilizzato solo, o anche, a pollini di betullacee (betulle e ontani) e corilacee (noccioli e carpini).
Tra aprile e maggio 2010 è stata indagata invece una popolazione di 75 allergici ad alimenti vegetali: è emerso che il 14,6% dei pazienti era sensibilizzato primariamente agli alimenti, mentre l’85% era sensibilizzato primariamente al polline e solo secondariamente agli alimenti.

In particolare, 46 pazienti (61%) avevano riconosciuto negli alimenti la frazione allergenica, le proteine PR10 (presenti nei frutti della famiglia delle rosacee, come mela, pesca, pera, ciliegia) che in precedenza li aveva resi allergici al polline degli alberi. Conclusione? Un rischio percentualmente elevato di allergie alimentari nei pazienti prioritariamente a sensibilizzati ai pollini.

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