La chiesa agli islamici? I fedeli si ribellano

All’asta il luogo di culto di Vierzon. Ma per evitare che diventi moschea, i parrocchiani affollano la messa

Nel cuore della Francia, tra Loira e Borgogna, una chiesa potrebbe diventare moschea. Messa in vendita dalla diocesi a causa dello spopolamento del comune di Vierzon. Siamo a una novantina di chilometri a sud di Orleans, in un'area in cui questo edificio degli anni Cinquanta «non ha più utilità pastorale», dice il vescovo. Dunque da cedere per fare cassa e pagare i lavori nelle altre quattro chiese. Ma i fedeli non ci stanno a convertire all'islam un edificio in cui molti si sono sposati, o sono stati battezzati e cresimati e fatta la prima comunione. Tantopiù in un momento in cui le moschee di Francia suscitano più di una preoccupazione e sono sotto stretta osservazione.

Molti potenziali acquirenti si sono mossi: aziende, artigiani, privati. Ma a farsi avanti con la promessa di contanti è stata in particolare l'associazione musulmana, che gestisce già due luoghi di culto nella città che oggi conta 27mila abitanti, vittima di notevole spopolamento: siamo alla ricerca di una sala per i funerali, spiegano gli islamici. Eppure il problema è un altro: ci sono più praticanti musulmani che cristiani. Lo stesso parroco della locale chiesa di Notre-Dame, padre Alain Krauth, dice a L'Express che la volontà della comunità islamica è quella di creare un luogo di preghiera alternativo, per i musulmani, al fine di disintasare la moschea di Vierzon. Questo senza costruirne una nuova da zero.
Via dunque all'offerta: 170mila euro la cifra richiesta. E un accordo di massima raggiunto quindici giorni fa proprio con gli islamici. La voce ci ha messo poco a fare il giro dei bar e delle piazze. In fondo Vierzon è un paese, più che una città. Come in una moderna agorà, tutto è tornato in discussione in una settimana. Motivo? Il quotidiano Le Berry Républicain sostiene che siano stati i fedeli, d'accordo con la curia e la diocesi di Bourges, ad appoggiare la scelta. Di vendere, sì. Non di trasformare una chiesa in moschea. Così, quando la transazione sembrava prossima, hanno ripreso a interessarsi della chiesa anche i meno affezionati al culto. La notizia ha fatto il giro di Vierzon, fino a raggiungere la diocesi sotto forma di protesta.

Della cessione di Saint'Éloi si parla da un anno. I praticanti fissi sono solo 200, secondo la Curia. Dunque decisione presa: si vende. Ma trattativa congelata. Se non una marcia indietro, un freno a mano è stato tirato questa settimana. Patrice Lemarechal, tesoriere della diocesi di Bourges, competente per territorio, sottolinea che «non è stato ancora firmato alcun contratto». Al quotidiano La Croix ha detto di essere consapevole che la decisione di vendere l'edificio alla comunità musulmana non trova i parrocchiani unanimi e ha aggiunto che una tale vendita, «ancora ipotetica», richiederà una riflessione specifica: «Il nostro desiderio è dunque di trovare un acquirente che creerà meno agitazione tra la popolazione».

Ma come, si sono chiesti nel fine settimana gli abitanti. Abbiamo ancora tutto questo peso, a Vierzon? Negli anni Settanta e Ottanta la città aveva 35mila abitanti. Ora quasi metà della popolazione è di origine turca o maghrebina. Da qui passano molti viaggiatori, «camperisti» che vogliono raggiungere i noti castelli della Loira dalla regione del Centro. Sono più le persone che vanno, rispetto a quelle che vengono. Oggi rimangono soprattutto anziani e lavoratori artigiani. Che però, saputa la notizia, hanno ripreso a frequentare la chiesa per lanciare un messaggio chiaro alla diocesi: sarà pure una chiesetta, sarà anche poco frequentata. Ma è un simbolo.

E se per tenerci una croce dobbiamo riprendere ad alzarci presto anche la domenica, lo faremo, hanno fatto sapere a Bourges. A decidere sarà infatti il vescovo entro la fine dell'anno. E c'è già chi, a Saint'Éloi, pensa alla preparazione del prossimo Presepe.

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