Chi l'avrebbe mai detto che la campagna elettorale per la Casa Bianca si sarebbe giocata (anche) sul femminismo? Tutto è nato dalle parole di Hilary Rosen, dello staff di Obama. La stratega elettorale del presidente ha dato della "fannullona" ad Ann Romney, dicendo che se suo marito dovesse diventare presidente lei sarebbe la prima First lady nata nel ventesimo secolo a non aver mai lavorato. Si è sviluppata una polemica durissima che Barack e Michelle Obama non sono riusciti a spegnere, nonostante gli sforzi profusi.
Per non passare come un conservatore "old style" distante dalle aspirazioni delle donne moderne, Romney - evidentemente consigliato dai suoi strateghi - a gennaio ha sottolineato che le mamme devono guadagnare la "dignità del lavoro" fuori dalle mura di casa. Una visione decisamente lontana da quella di chi dipinge i repubblicani vecchio stile come fautori di una società in cui le donne devono stare a casa curando famiglia e figli. Ma la stampa democratica l'ha subito attaccato cercando di evidenziare una contraddizione: se di recente Romney riteneva che le mamme a casa non erano mamme che lavorano, ora invece ritiene quello della mamma un vero e proprio lavoro a tempo pieno. Ancora una volta, dunque, viene fuori il Romney flip-flop che cambia versione a seconda dei momenti e degli interlocutori. Un video con le due versioni sulle parole di Romney impazza su internet e alimenta il dibattito sulle mamme-casalinghe e sulle mamme-lavoratrici apertosi sul mancato lavoro di Ann Romney.
Il figlio di Romney difende il padre
Ben Romney, il più piccolo (31 anni) dei figli di Mitt, ha postato su Facebook la difesa a spada tratta della madre, presa di mira dai democratici con l'accusa di non aver mai lavorato un giorno in vita sua. "Siamo cresciuti senza tate e persone che aiutavano mamma e non siamo mai andati al nido o all’asilo. Eravamo cinque figli ma ho sempre avuto l’impressione di essere la cosa più importante della sua vita". Ben Romney ha detto inoltre che la mamma era lì quando andava a scuola la mattina e gli ha sempre preparato la colazione. Lo aspettava a casa quando tornava da scuola e lo ha scarrozzato in giro per le partite di baseball, basket, tennis. Il ragazzo, che studia medicina ed è padre di una bimba di tre anni, ha concluso la sua nota con: "Ti voglio bene mamma e grazie". Cuore di figlio... basterà per far passare i Romney, agli occhi degli americani, come una normale famiglia della "porta accanto"? Vedremo. Di certo le famiglie, sia di Obama che di Romney, sono già in pieno clima da campagna elettorale.
Donne e disoccupazione
A infiammare ancor di più gli animi ci si è messo Romney, puntualizzando che il 92,3% di chi ha perso il lavoro sotto l'amministrazione Obama è rappresentato da donne. A stretto giro di posta gli ha risposto Timothy Geithner, segretario al Tesoro, che snocciolando i dati in suo possesso ha parlato di affermazioni "ridicole". Geithner ha spiegato che la recessione è iniziata nel 2008, un anno prima che il presidente assumesse l’incarico. Poi ha ammesso che gli uomini hanno perso più posti di lavoro all’inizio del rallentamento economico, perché i settori più colpiti sono stati quello manifatturiero e quello delle costruzioni. Le donne, invece, sono state colpite più avanti, nella seconda fase della recessione quando con i tagli dei fondi pubblici l’insegnamento ed educazione sono stati maggiormente colpiti. Complessivamente, secondo le stime fornite dal segretario del Tesoro, la recessione ha fatto perdere il lavoro a 3,4 milioni di uomini e a 1,8 milioni di donne.
La replica di Romney
"Nessuno può nascondere i danni enormi che il presidente Obama ha causato alle donne
americane", ha replicato Andrea Saul, portavoce di Romney: "Se spostano il punto di partenza della cosidetta ripresa, vedranno che le donne hanno beneficiato poco della scarsa creazione di posti di lavoro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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