Non ancora smessi i panni di mediatore nella tregua siglata tra Israele e la Striscia di Gaza, il presidente egiziano Mohamed Morsi è stato costretto a un brusco ritorno alla realtà, per affrontare il malcontento popolare dei suoi concittadini.
L'Egitto è tornato di nuovo in piazza. Per dire "no" a una serie di norme costituzionali passate ieri, grazie alle quali Morsi si è attribuito una pletora di poteri che ne fanno di fatto - secondo l'opposizione - un super-presidente, ponendolo al di sopra della legislazione dei tribunali, che non potranno più revocare i decreti istituiti per volere del presidente. Ma anche per contrastare l'opposizione e rinnovare il loro supporto alla leadership attuale.
Tra le novità che contesta l'opposizione al Cairo anche l'impossibilità di sciogliere l'Assemblea Costituzionale, a cui sono stati dati due mesi in più per creare la Carta fondamentale del nuovo Egitto. Nel decreto poi la riapertura delle indagini sui crimini compiuto "durante la rivoluzione" del 25 gennaio e la nomina di un nuovo procuratore generale al posto di Abdel Meguid Mahmoud, legato al vecchio regime.
Nel pomeriggio i salafiti di Nour hanno accettato la Dichiarazione Costituzionale di Morsi, mantenendo comunque riserve sull'articolo due, relativo alla non impugnabilità dei decreti presidenziali che - dichiara una nota - è contrario ai principi del partito.
I manifestanti hanno dato alle fiamme quattro sedi (Alessandria, Suez, Port Said e Ismailia) di Giustizia e Libertà, il partito che fa capo a Morsi, costola politica dei Fratelli Musulmani in Egitto. Cinquanta persone sono rimaste ferite - soprattutto per lancio di pietre - ad Alessandria, negli scontri tra sostenitori e oppositori del presidente. Samir Morcos, cristiano copto che assiste il presidente nella "transizione democratica", ha annunciato le proprie dimissioni.
La protesta ha invaso di nuovo piazza Tahrir, dove la polizia ha lanciato lacrimogeni per disperdere i dimostranti. In piazza almeno 15mila persone.
Il discorso di Morsi
Il presidente egiziano è uscito dal palazzo presidenziale per rivolgersi ai suoi sostenitori, che si sono radunati in gran numero. Agli 80mila che lo aspettavano ha detto di lavorare "per la stabilità economica e sociale e per il passaggio di poteri", contestando quindi le critiche che lo dipingono come un nuovo Faraone.
"Ci tengo al diritto delle opposizioni e non mi preoccupo che sino forti", ha poi aggiunto, sottolineando che la sua ascesa al potere deriva da "libere elezioni" e che tutto ciò che va ha l'unico scopo di "preservare la patria e la rivoluzione".
Morsi ha poi detto che "la magistratura egiziana è sempre stata all’altezza e i verdetti sono
sempre stati rispettati perchè in linea col diritto", proponendosi di smascherare i corrotti. "Le forze del male e l’ancien regime tentano di impedire la marcia in avanti dell’Egitto, ma tutto il loro complotto fallirà".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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