Fb smaschera la Casa Bianca: "Da Washington richieste su 20mila account"

Si allarga lo scandalo Datagate. Facebook e Microsoft hanno raggiunto un accordo con Washington per diffondere informazioni sul numero di richieste ricevute

Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg
Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg

I giganti del web hanno cominciato a rivelare i dati sulle richieste di informazioni ricevute dal governo statunitense nell’ambito del pervasivo programma di spionaggio organizzato dall’Nsa, l’agenzia per la Sicurezza Nazionale americana.

Facebook e Microsoft stanno cercando di riguadagnare credibilità agli occhi degli utenti dopo che si è saputo che il cosiddetto programma Prism consente al governo americano di accedere direttamente ai server di nove dei maggiori colossi di internet. Proprio per questo, hanno raggiunto un accordo con Washington per diffondere alcune limitate informazioni sul numero di richieste ricevute. Facebook è stato il primo a diffondere una serie di dati aggregati: nella seconda metà del 2012 ha ricevuto tra le 9mila e le 10mila richieste di informazioni private da parte delle autorità; e queste hanno riguardato quasi 20mila account di utenti, una cifra che Facebook giudica "una frazione minima" dell’oltre 1,1 milioni di utenti. Il tenore delle richieste è vario: si va dalle inchieste della polizia su sparizione di bambini, ai piccoli reati, alle minacce terroristiche. Microsoft ha rivelato di aver ricevuto tra le 6mila e le 7mila richieste di dati su circa 31mila account di utenti nella seconda metà del 2012.

Nel tentativo di rassicurare gli utenti, l’avvocato di Facebook, Ted Ullyot, ha voluto comunque sottolineare che l’azienda protegge "in maniera dura" la privacy dei suoi utenti: "Spesso respingiamo queste richieste in maniera definitiva, oppure chiediamo al governo di ridurre le sue richieste, o semplicemente gli diamo molti meno dati di quelli voluti. E rispondiamo solo nel quadro della legge".

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