La lite sui chiodi della croce

In Israele un documentarista e un antropologo litigano sull’importanza di due frammenti di epoca romana. che sarebbero stati usati per la crocifissione di Gesù. E il giudice è chiamato a dirimere la controversia

Un documentarista contro un antropologo. In mezzo, due chiodi di epoca romana. Per Simcha Jacobovici arriverebbero, nientemeno, dalla croce cui fu appeso Nostro Signore. Per Joe Zias la metodologia utilizzata per la ricerca è “fantasiosa” e non ha nulla a che fare con l’archeologia.

In ballo, anche interessi prosaici ma concreti: 3,5 milioni di shekel, circa 700 mila euro, che Jacobovici vuole come risarcimento dal giudice per le durissime.critiche ricevute dallo studioso. Zias ha infatti mandato al tappeto la scoperta, facendo girare alla larga canali televisivi importanti come Discovery e National Geographic.

Nel film, Jacobovici, che in passato ha lavorato anche con registi del calibro di James Cameron, punta l’attenzione su due ossari scoperti vent’anni fa a Gerusalemme Est e su cui erano incisi i nomi di Caifa e Yehosef Bar Caifa.

Insomma, dovevano essere ricondotti, secondo l’autore, al Sommo sacerdote Caifa. Non solo: negli ossari c’erano anche un flacone di profumo, oggetti di ceramica e due chiodi, quelli estratti secondo Jacobovici dalla croce di Gesù.. Caifa, ormai in punto di morte, li avrebbe voluti con sé.

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