A più di un anno dall'inizio delle violenze in Siria, Bashar al Assad nega qualsiasi coinvolgimento del suo esercito e lancia una dura accusa: la guerra civile è organizzata dall'esterno. "Le nostre porte sono aperte e disposte al dialogo ma non con chi è guidato dall’esterno e non con i terroristi", ha detto il presidente siriano parlando al nuovo Parlamento di Damasco, sottolineando che nel Paese è in corso una "sedizione organizzata" e non una "crisi politica".
"I nemici della Siria ora sono all’interno del paese, non ai confini. Le maschere sono cadute e il ruolo internazionale in quanto sta accadendo in Siria è ormai chiaro. Non siamo di fronte a un problema politico, ma a un progetto di distruggere il Paese", ha aggiunto Assad sostenendo che contro il terrorismo c'è bisogno di "più audacia, fermezza e senso di responsabiltà". Il presidente siriano ha ricordato che "le elezioni parlamentari avevano l’obiettivo di cercare di fermare le violenze", ma che l'opposizione ha boicottato il voto.
Assad prende le distanze anche dal massacro di Houla in cui sono morti decine di bambini.
Una strage controversa - gli attivisti denunciavano l'uso dell'artiglieria pesante da parte dell'esercito, ma le immagini diffuse mostravano adulti e bambini colpiti a distanza ravvicinata - compiuta da "mostri". Il presidente siriano ha parlato di "rabbia" davanti a "immagini insopportabili" che mostravano i cadaveri dei bimbi morti. Intanto l'Arabia Saudita accusa Assad di "armeggiare" e "tergiversare" per prendere tempo e così non applicare il piano di uscita dalla crisi proposto dall’inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba Kofi Annan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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