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Una speranza per i marò: a casa per Natale

Approvato il trattato per lo scambio dei prigionieri, ma non basta. Si lavora per derubricare il reato. La Ferrari col nastro giallo? Montezemolo tentenna

Una speranza per i marò: a casa per Natale

I marò torneranno a casa entro Natale secondo il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Nel frattempo continuano a fioccare i post sulla pagina Facebook della Ferrari che chiedono un gesto di solidarietà alla Formula 1 durante il Gran premio in India del 28 ottobre. Il governo, però, sembra poco propenso a dare il via libera alla casa di Maranello temendo il risorgere del nazionalismo indiano sulla vicenda. Se così fosse potrebbe influenzare negativamente la decisione della Corte suprema sulla giurisdizione e l'immunità nel caso dei marò. Il coordinatore nazionale del Pdl, Ignazio La Russa è invece convinto del contrario: «Leggo (su il Giornale, ndr) che il presidente Montezemolo si dice disponibile, ma teme che un gesto di solidarietà possa arrecare danno ai due militari italiani. Stia tranquillo Montezemolo, questo pericolo non c'é. Il danno lo hanno già fatto coloro che da oltre otto mesi detengono ingiustamente Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e che continuano a rinviare la decisione sulla loro sorte».
Da Venezia, dove sono riunite le marine militari di tutto il mondo, l'ammiraglio Binelli giudica che «i tempi lunghi sono un buon segnale sul fatto che la sentenza dell'Alta corte di Delhi possa essere positiva». Poi si spinge più in là: «Confido che ce la faremo a portarli a casa e spero che questo possa avvenire entro Natale». La speranza è legata ad una decisione della Corte suprema che riconosca la giurisdizione italiana sul caso o l'immunità dei fucilieri del reggimento San Marco. Se così non fosse i marò verranno processati con una sentenza di condanna già scritta. Una fonte de Il Giornale, ben informata, ipotizza una terza possibilità. La Corte di Delhi per non perdere la faccia darebbe via libera al processo in India, ma spingerebbe per far derubricare l'accusa di omicidio volontario a colposo, che prevede una condanna ben più mite. In questo caso i marò potrebbero venire trasferiti in Italia per scontare la pena.
Il «paracadute», se tutto andasse male, è stato approvato ieri alla Camera con un solo voto contrario. Si tratta dell'accordo Italia-India che prevede il trasferimento dei condannati nella patria d'origine. L'accordo riguarda, per ora, 18 cittadini italiani in carcere in India e 108 indiani dietro le sbarre in Italia. Il sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura, che ha seguito fin dalla prima ora il caso dei marò, non a caso era presente alla Camera. E ha sottolineato che «l'accordo potrebbe essere molto utile». I deputati intervenuti sono andati subito al sodo evidenziando il collegamento con i marò e la rapidità dell'iter, dopo che se ne parlava da dieci anni. «L'approvazione dell'accordo con l'India sul trasferimento delle persone condannate è un utile paracadute, ma mi auguro sia solo l'ultima istanza» ha dichiarato il senatore del Pd ed ex generale, Mauro Del Vecchio.

Oltre 500 post hanno invaso il sito della Ferrari chiedendo che i bolidi rossi espongano il fiocco giallo di solidarietà ai marò durante il Gran premio indiano. L'appello rilanciato da Il Giornale ha trovato disponibili i vertici di Maranello, che però vogliono il via libera del governo: «Se Montezemolo mi chiama sarò ben lieto di analizzare con lui pro e contro» spiega a il Giornale De Mistura. Sulla pagina Facebook, Romolo Fadda scrive: «Forza Ferrari, ma facciamo qualcosa di concreto per i nostri fratelli del S. Marco, affinché tornino in Patria. Il brodo è stato allungato anche troppo». Edoardo Medini ricorda che «nessuno rimane indietro». C'è anche chi si oppone: «Io tifo Ferrari e non chiederò mai a un simbolo dell'Italia che funziona di manifestare per un fallimento della politica. No ai nastrini, grazie!». E da ieri l'iniziativa anche sul Giornale.

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