A ognuno il suo «trota». Quello del neoeletto presidente francese, François Hollande, si chiama Thomas, 28 anni. Professione avvocato, sulla carta. Perché ci si interroga già sul suo futuro: se farà politica. Oppure se, come sembra, resterà in disparte. Vispo e dal ciuffo andante mosso, la sua barba incolta è già di moda tra i giovani socialisti, al punto da aver trasmesso il suo look pure all'assistente personale di Hollande.
Alla base del Ps piace perché non ha mai snobbato la militanza. Volantini alla mano, nelle scorse settimane si è girato i quartieri di Parigi senza nome e cognome addosso. Come un qualsiasi supporter, ha partecipato alla campagna porta a porta per l'elezione del padre, supervisionando anche la comunicazione via Internet. Ma su Twitter, da qualche giorno, è sulla graticola per essersi fatto intervistare già un paio di volte dopo la vittoria di «papà». Thomas tranquillizza. All'Eliseo e ai riflettori che illuminano la presidenza socialista dice di preferire una birra in buona compagnia (è ancora scapolo). In effetti non ha preso parte quasi mai alle feste del Ps con i politici di razza. È un appassionato, più che di politica, di famiglia. Aveva aiutato Ségolène Royal (sua madre ed ex moglie di Hollande) nel 2007 allo stesso modo. Cinque anni dopo, si conferma un personaggio discreto a cui non sembra interessare la carriera nel Ps.
Siccome il papà glissa quando si parla di lui, la stampa patinata nutre più di un dubbio. Al punto che Hollande ha preferito presentarsi all'Eliseo, il giorno dell'insediamento, senza prole; anche per segnare un stile più sobrio del predecessore. Neppure all'altra figlia di Hollande, Flora, piacciono gli obiettivi dei fotografi: al settimanale Paris Match ha confessato di non essere una fan del tappeto rosso. Ragazzi normali o molto guardinghi? Semplicemente diversi dalla famiglia Sarkozy. Se infatti Thomas ha evitato di gettarsi in imprese per sua stessa ammissione non a lui congeniali - le dinamiche di partito -, molto diverso è ancora oggi l'atteggiamento del primogenito di Nicolas Sarkozy: Jean, 25 anni, è in carriera da quando il padre è stato eletto, nel 2007. Al punto da aver fatto saltare i nervi ai dirigenti Ump più volte durante il quinquennato neogollista. Oggi che Sarkò è tornato alla vita privata - con Carlà dovrebbero partire a breve in vacanza in Italia - Jean non smette di far parlare di sé. Appena sente odore di poltrona, si lancia nella mischia. Obiettivo stavolta un seggio in Assemblea nazionale.
Nel circolo Ump che gestisce, settimana scorsa aveva anticipato la sua candidatura, convinto che papà fosse d'accordo. Gelato prima dal partito e poi dal presidente della Repubblica uscente, Jean si è recato all'Eliseo per il placet, ed è stato stoppato: «Cattiva idea, i Sarkozy devono farsi dimenticare e si faranno dimenticare». Ecco come ha risposto NS senza giri di parole. Nel 2009, Jean dovette cedere alle pressioni Ump contrarie alla sua elezione a capo del distretto economico della Défense, provenienti dal partito intero.
Allora disse: «Sono un eletto come gli altri, non posso avere meno diritti solo perché figlio di un capo di Stato». In realtà fu quasi imposto da papà nelle liste per un seggio da consigliere. Oggi, saggiamente, Sarkozy ha cambiato idea. Jean è rimasto il trota di sempre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.