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Caccia al "traditore", i sospetti sul potente Valls

Per gli uomini della première dame il siluro è partito dal ministro dell'Interno

Valérie Trierweiler, François Hollande e Julie Gayet
Valérie Trierweiler, François Hollande e Julie Gayet

Parigi - A far filtrare la notizia al settimanale Closer sarebbero state personalità vicine a François Hollande. Uomini di comunicazione, consiglieri che mai hanno guardato Valérie in modo benevolo. Anzi, già da tempo, suggerivano di allontanarsi da lei. Aquilino Morelle, plume del presidente, l'autore dei discorsi a stretto contatto con i giornalisti - tanto da brindare con alcuni di loro all'Eliseo dopo la conferenza stampa, scrive Le Monde - e Christian Gravel, altro consigliere chiave della cerchia di Hollande. Gli elementi del complotto ci sono tutti. Convergono, però, sul ministro dell'Interno, Manuel Valls, su cui si addensano i sospetti più profondi dell'entourage di Valérie Trierweiler, che neppure troppo tacitamente punta il dito contro il suo ministero, nucleo del presunto tradimento.

In Francia, si sa, il Palazzo di Place Beauveau è storicamente custode di segreti. Da usare in caso di necessità politica, per «salvare» un amico o distruggere un avversario. In questo caso, la première dame. Autrice di troppe gaffe, poco gradita perfino ai francesi, che l'hanno ribattezzata Rottweiler. Una donna tutt'altro che in grado di svolgere un ruolo adeguato all'Eliseo, è stato detto più volte anche al presidente in venti mesi. Via libera dunque alla contromossa dei comunicatori: una talpa dei servizi da cercare a Place Beauveau.

L'amico, l'uomo chiave, Manuel Valls, il più popolare ministro del governo non avrebbe protetto il segreto a dovere, anzi lo avrebbe lasciato uscire. È su di lui che si punta il dito. Perché Gravel e Morelle, ispiratori di molte decisioni presidenziali, conoscono Valls. Da tempo. Uno ha lavorato con lui a Evry, dove il ministro è sindaco. Obiettivo: salvare un capo di Stato alle prese con sondaggi disastrosi e difficoltà politiche, che non sembrava intenzionato a «rompere» da solo con Valérie. Tanto da confermare alla première dame la liaison con Julie solo dopo lo scoop, secondo quanto scrive un altro settimanale ben informato, Le Canard enchaîné. Ciò avrebbe causato il ricovero di Valérie per improvvisa «crisi di nervi», registrata dal medico dell'Eliseo. «Sono stata umiliata davanti a tutta la Francia», avrebbe detto prima di accusare il ministro di tradimento. Con lui e la moglie si erano costruiti ottimi rapporti di amicizia, tanto che la coppia presidenziale cenava spesso con Anne Gravoin, compagna di Valls, e lui stesso.

Se anche Valls fosse stato l'esecutore materiale del «complotto» anti-Valérie, lei era argomento di discussione nelle riunioni all'Eliseo da tempo. I mandanti sarebbero dunque da rintracciare nella cerchia di Hollande. Frizioni tra comunicatori, quelli di Hollande e quelli di Valérie. Prima per tamponare le pubblicazioni via Twitter di Valérie contro Ségolène Royal, almeno per un'altra decina di episodi. I protagonismi si erano attenuati negli ultimi mesi. Meno comparse al fianco del presidente, su suggerimento dello staff di Hollande. Ma un conto è sospettare che il marito abbia un amante, di cui si parlava da mesi. Un altro è far sapere a un settimanale - guarda caso, già il 9 dicembre scorso, Closer aveva rivelato che uno dei figli di Valérie era stato fermato in possesso di droga - l'indirizzo preciso degli incontri. Un paparazzo in pianta stabile al 20 di Rue du Cirque ce l'ha messo qualcuno. Ecco perché si accusa Valls: il settimanale Le Point ha fatto subito notare come sia piuttosto inverosimile che il ministro potesse ignorare gli spostamenti del presidente in una zona limitrofa al suo dicastero.

Ma forse in parte è anche innocente.

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