Fausto Biloslavo
da Trieste
Questa volta lavvocato americano fa sul serio ed oggi saranno presentate al tribunale di Trieste le prime quaranta cause degli esuli istriani e fiumani, contro lo Stato italiano, per un equo indennizzo dei beni depredati dalla Jugoslavia di Tito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Ci voleva Giovanni De Pierro, 44 anni, figlio di emigrati negli Stati Uniti, originari della provincia di Benevento, per dare il via ad una probabile valanga di cause civili contro lo Stato per aver elargito, fino ad oggi, solo elemosina a chi ha perso tutto perché italiano. In 350mila fuggirono davanti alle violenze dei partigiani comunisti dallIstria, da Fiume e dalla Dalmazia, lasciando alle spalle attività, case, terreni, nazionalizzati dal nuovo regime jugoslavo. «Si tratta della prima azione legale seria degli ultimi 60 anni. Domani (oggi per chi legge, ndr) presentiamo le prime quaranta cause a Trieste e nelle prossime settimana contiamo di arrivare, nel resto dellItalia, a circa duecento richieste di giusto ed attuale risarcimento danni per i beni perduti», spiega al Giornale De Pierro, che ha presentato liniziativa nel capoluogo giuliano.
Una bella grana per il governo Prodi, tenendo conto che vengono chiamati in causa il ministero dellEconomia e la presidenza del Consiglio. «Se vinciamo, altro che finanziaria pesante sostiene con una battuta De Pierro . Sarà una sconfitta pesante per le casse del tesoro italiano e gli esuli che faranno causa, o i loro eredi, diventeranno migliaia». Lufficiale giudiziario notificherà allavvocatura dello stato di Trieste le prime quaranta cause degli esuli che si sono visti sequestrare case o grandi appezzamenti terrieri a Pisino, Fiume, Pirano e altre località che oggi si trovano in Slovenia o Croazia.
«Lobiettivo delle cause è far riconoscere il diritto ad un risarcimento giusto ed equo dei beni abbandonati dagli esuli appellandoci alla Convenzione europea dei diritti delluomo», spiega lavvocato triestino Gian Paolo Sardos Albertini, che fa parte del pool legale creato da De Pierro.
Lo Stato italiano sta risarcendo da anni gli esuli, ma a causa delle lungaggini burocratiche e della cronica mancanza di fondi i parametri di rivalutazione, rispetto al valore del bene del 1938, vengono considerati miserevoli. «I coefficienti attuali sono fra il 200 ed il 350 per cento, ma le stesse leggi che giacciono in Parlamento, presentate sia da Fassino che da Fini, chiedono indennizzi più alti con coefficienti che variano dal 4000 al 5000 per cento», sottolinea De Pierro. Liniziativa era partita lo scorso anno, ma poi lavvocato doltreoceano aveva deciso di rimandare perché sembrava che con la vicina Croazia si potesse aprire uno spiraglio sulla restituzione dei beni. «LItalia ha portato la Slovenia come una sposa allaltare dellEuropa (con il primo governo Prodi, ndr) ed ora sembra non voler usare il diritto di veto allingresso nella Ue della Croazia per ottenere la restituzione dei beni abbandonati. Allora lunica strada da percorrere è quella legale», osserva lavvocato, esperto di diritto internazionale, che ha uno studio nel New Jersey. De Pierro ha appreso la tragica vicenda degli esuli dai racconti del padre, operaio a New York. Il giovane avvocato si occupa da qualche anno delle vicende dellesodo e Oltreoceano aveva fondato lAlleanza Italiana Istriano-Fiumano-Dalmata andando a protestare sotto i consolati sloveno e croato a New York per le ingiustizie subite alla fine della seconda guerra mondiale.
Nessuno, fino ad ora, aveva mai pensato ad unazione collettiva per chiedere il risarcimento di beni perduti 60 anni fa, che rispetti il valore del mercato attuale. «Chiederemo al giudice che venga eseguita una perizia sui beni abbandonati spiega Albertini : lItalia ha tradito i suoi cittadini risarcendoli in maniera iniqua ed ora deve pagare». Il valore dei primi risarcimenti richiesti potrebbe ammontare a 20 milioni di euro, ma il pool degli avvocati di cui fanno parte tre giuristi esperti di diritto internazionale, per il momento preferisce non parlare di cifre, ma solo del riconoscimento legale di un equo e giusto indennizzo agli esuli. «I rappresentanti della Farnesina si battono per far riconoscere alla Croazia il diritto degli italiani di acquistare oltre confine.
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